Non sarebbe in pericolo di vita, secondo quanto si apprende, l’uomo di 76 anni accoltellato al petto dalla moglie di 34 in seguito ad una lite in provincia di Monza. Sarebbe stata proprio la donna ad allertare i soccorsi, dopo aver compiuto il gesto. Immediatamente portata in caserma, la 34enne è risultata positiva all’alcol test con un tasso di 2,07 g/l ed è stata trasferita presso il carcere di San Vittore di Milano. Dovrà rispondere dell’accusa di tentato omicidio.
Accoltella marito Monza e poi chiama i soccorsi: arrestata una donna di 34 anni
“Ho accoltellato al petto mio marito”: sono state queste le parole con cui una 34enne originaria del Kenya avrebbe allertato i soccorsi dopo aver ferito il marito di 76 anni al culmine di una lite. Secondo quanto emerso finora, sembra che, dopo la segnalazione, i carabinieri della stazione di Arcore si siano recati presso l’abitazione della coppia a Lesmo, in provincia di Monza e della Brianza, trovando l’uomo sul divano, con una profonda lesione al centro del torace. Immediatamente soccorso, l’uomo sarebbe stato trasferito al pronto soccorso dell’ospedale San Gerardo di Monza, dove attualmente sarebbe ricoverato in condizioni severe ma stabili. Non sarebbe, quindi, in pericolo di vita. L’aggressione da parte della moglie sarebbe avvenuta nel corso di un litigio: dopo aver ingerito importanti quantitativi di bevande alcoliche – come dimostrano gli esiti dell’alcol test effettuato su di lei in caserma, che hanno riscontrato un tasso alcolemico di 2,07 g/l-, in modo del tutto inaspettato la donna avrebbe afferrato un coltello da cucina, colpendo ripetutamente il marito al petto. Sarebbe stato proprio lui a mostrare agli inquirenti giunti sul posto l’arma utilizzata, appoggiata sul tavolo da cucina e ancora macchiata di sangue. La donna, invece, sarebbe stata trasferita presso il carcere di San Vittore di Milano. È accusata di tentato omicidio.
Accoltella marito nel Bresciano: l’orrore davanti al figlio di 15 anni
Un accoltellamento simile, ma dall’esito fatale, era avvenuto lo scorso dicembre nel Bresciano, dove un uomo di 59 anni, di nome Romano Fagoni, era stato ucciso dalla moglie 56enne, Raffaella Ragnoli, davanti agli occhi del figlio 15enne, all’interno dell’abitazione familiare di via Carlini, a Nuvolento. Era stato il ragazzo ad allertare i soccorsi, dopo aver assistito alla tragedia: sceso in strada, aveva iniziato ad urlare: “Aiuto, la mamma ha fatto male al papà”, ancora sotto choc. Come la donna che, all’arrivo degli inquirenti, aveva immediatamente ammesso le proprie responsabilità, consegnando anche l’arma del delitto, un coltello da cucina ancora sporco di sangue. Stando alla sua testimonianza, durante la cena a base di pizza l’uomo avrebbe bevuto alcune birre, troppe, secondo lei, visto che era reduce da un infarto recente: dopo averglielo fatto notare, il marito sarebbe scattato, inveendo con violenza contro di lei, che sarebbe stata difesa anche dal figlio. A quel punto l’uomo avrebbe afferrato un coltello, intimandole: “Vuoi vivere o morire?” e spingendola a difendersi. I suoi racconti parlano di “anni di sorprusi e violenze”, di “una prigione” da cui avrebbe voluto uscire, di “continui litigi” con il marito, divenuto ancora più irascibile dopo la malattia. Una versione che gli inquirenti stanno cercando di confermare o smentire attraverso le tante testimonianze raccolte in questi mesi. “Sembrava una coppia come tante, litigavano, ma nulla che lasciasse presagire un simile epilogo”, hanno dichiarato i dirimpettai della famiglia. La donna, conosciuta da tutti, volontaria in parrocchia e al servizio di pedibus del Comune, si trova attualmente in carcere; il figlio è stato affidato alla sorella maggiorenne, che aveva lasciato già da un po’ la casa familiare e che ora è l’unica a potersi occupare di lui.