Non ce l’ha fatta, alla fine, Giorgio Miatello, il padre di Diletta, l’ex vigilessa accusata di aver massacrato i genitori a San Martino di Lupara, in provincia di Padova, lo scorso dicembre. L’uomo, sopravvissuto all’aggressione che era costata la vita a sua moglie, Maria Angela Sarto, si è spento alla fine all’età di 89 anni lo scorso 28 febbraio nella casa di cura di Camposampiero dove era stato trasferito dopo essere stato ricoverato per mesi a causa delle gravi lesioni riportate al volto e al cranio. La figlia accusata del delitto, 51enne, è in carcere e dovrà rispondere di omicidio e tentato omicidio volontario aggravati dal vincolo di parentela.

Diletta Miatello padre morto: la ricostruzione dei fatti e le accuse a carico dell’ex vigilessa

I fatti risalgono al 27 dicembre 2022: è mattina quando Maria Angela Sarto, 84 anni, viene trovata morta nella sua abitazione di via Galilei a San Martino di Lupari, in provincia di Padova; accanto al suo corpo c’è quello del marito, vivo ma in gravi condizioni. Si chiama Giorgio Miatello ed è l’unico sopravvissuto a quello che sembra essere stato un vero e proprio massacro. A fare la terribile scoperta è una delle figlie della coppia, la minore, Chiara: la donna, preoccupata di non ricevere notizie dai suoi genitori, era passata a salutarli, ma si era trovata davanti la scena, dando l’allarme a soccorritori e forze dell’ordine. Più tardi avrebbe raccontato di aver sentito il padre dire con un filo di voce che a colpirli era stata sua sorella, Diletta, che da qualche anno era tornata a vivere con loro.

I primi sospetti ricadono proprio su di lei. La donna, 51enne, con un passato da vigilessa, viene rintracciata solo parecchie ore dopo il ritrovamento dei corpi, in un albergo di Romano d’Ezzelino, in provincia di Vicenza, che aveva raggiunto a bordo della sua Fiat Panda rossa. È accusata di omicidio e tentato omicidio volontario aggravati dal vincolo di parentela ed è attualmente detenuta nel penitenziario femminile di Montorio Veronese. Secondo le ricostruzioni degli inquirenti, la donna si sarebbe scagliata contro gli anziani genitori armata di alcuni corpi contundenti, come confermato dal medico legale, probabilmente dei vasi di terracotta e dei cocci di ceramica. Così, tra le 20 di Santo Stefano e le 6 di mattina del giorno successivo, avrebbe prima ucciso la madre e poi avrebbe preso di mira il padre che, seppur riportando gravi ferite al volto e al cranio, era riuscito a salvarsi. Il movente? Forse di tipo economico visto che, secondo alcuni testimoni, Diletta, dopo aver perso il lavoro, era alla continua ricerca di soldi. Richieste che, nel tempo, erano sfociate in rancori, litigi e rabbia tra lei e i genitori. Sarebbe stato un rifiuto da parte loro, forse, a scatenare la sua furia.

Sembra inoltre che la donna stesse vivendo un periodo particolarmente difficile perché, dopo essersi allontanata dal suo compagno, le era stato tolto l’affidamento del figlio. Le accuse a suo carico sono pesanti e potrebbero peggiorare dopo la morte del padre, avvenuta nel pomeriggio di martedì 28 febbraio presso la casa di cura privata di Camposampiero dove l’uomo era stato trasferito lo scorso 3 febbraio dopo essere stato ricoverato per mesi in ospedale, in seguito all’aggressione. Alla fine il dolore da sopportare, per lui, è stato troppo grande e, con la sua morte, scompare anche l’ultimo e unico testimone della strage; elemento che potrebbe complicare ulteriormente il già delicato lavoro degli investigatori e del pm che coordina le indagini, Marco Brusegan, che domani conferirà l’incarico dell’esame autoptico sulla salma dell’uomo al medico legale Rafi El Mazloum, che lo svolgerà il prossimo 4 marzo.