A pochi giorni dalla strage di migranti a Crotone, il gip Michele Ciociola, ha convalidato il fermo dei due scafisti Sami Fuat, 50enne turco e Khalid Arslan, 25enne pakistano. L’accusa è quella di aver guidato l’imbarcazione naufragata davanti alla costa di Steccato di Cutro causando la morte di almeno 67 persone. Il giudice ha disposto la custodia cautelare in carcere per i due che sono accusati di lesioni, naufragio colposo e favoreggiamento all’immigrazione clandestina.
“Lo sbarco non può essere ritenuto frutto di un accordo tra 4 amici al bar che, imbattutisi per caso fortuito in almeno 180 disperati, decidono di affrontare i pericoli del mare per speculare sul desiderio di libertà dei disperati”.
Lo riporta il gip Michele Ciociola, nell’ordinanza di convalida degli arresti agli scafisti della strage di Cutro.
Strage migranti Crotone, Mattarella domani nella città calabrese per rendere omaggio alle vittime
Domani il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, sarà a Crotone per rendere omaggio alle vittime del naufragio dell’imbarcazione su cui viaggiava il gruppo di migranti. Nonostante siano passati due giorni il numero delle morti continua a salire. Al momento sono 67 le persone che hanno perso la vita nel naufragio e il numero dei dispersi è ancora impreciso. Secondo quanto si è appreso nelle ultime ore. il Capo dello Stato si dovrebbe recare al Palasport, dove sono disposte i feretri delle vittime della strage.
Tra le vittime Shahida Raza, capitana della nazionale femminile di Hockey del Pakistan
Tra le 67 vittime accertate del naufragio dei migranti, davanti alla costa crotonese, c’è anche Shahida Raza, una giovane promessa nel mondo del calcio e capitana della nazionale femminile di Hockey del Pakistan. Anche lei viaggiava sul barcone insieme agli altri profughi alla ricerca di speranza e di nuove prospettive di vita. 27 anni, mamma di una bambina, che secondo alcune testimonianze non era con lei sull’imbarcazione e un futuro ancora tutto da scrivere. Il decesso della giocatrice è stato confermato dalla Pakistan Hockey Federation.
Shahida aveva preso la decisione di oltrepassare il confine e di affrontare i rischi della traversata dalla Turchia pur di scappare dalle persecuzioni del suo paese. Il viaggio della speranza, quello che aveva sognato potesse permettergli un approdo verso una nuova vita.