La saggezza non sempre dipende dall’età anagrafica. La conferma viene dagli alunni di una scuola media della provincia di Palermo che hanno rinunciato a partire per la loro attesissima gita scolastica perché a una loro compagna disabile sarebbe stata imposta la presenza di un genitore.
La notizia è riferita da La Repubblica: “La ragazzina ha una patologia complessa, ma conduce una vita uguale a quella dei suoi coetanei grazie ai farmaci. Per questo il medico specialista che la segue reputa non ci siano motivi per cui debba partire accompagnata, ritenendo, anzi, che sia controproducente”.
Per evitare polemiche la madre era disposta a seguire la figlia senza che questa fosse informata e pronta a intervenire in caso di bisogno. Ma questa soluzione non sarebbe andata bene alla preside che vorrebbe la mamma sempre accanto alla ragazzina.
Ragazzina con disabilità esclusa dalla gita, ma i compagni insorgono
Questa soluzione, racconta il giornale, è stata “inaccettabile per l’adolescente che si è vista negare la possibilità di partire da sola per la prima volta, sentendosi diversa dai suoi amici che, molto più sensibili degli adulti, hanno rinunciato al viaggio per non lasciarla da sola”. Per alcuni l’esclusione può rappresentare un episodio di discriminazione in base alla legge 67 del 2006 che “ai sensi dell’articolo 3 della Costituzione, promuove la piena attuazione del principio di parità di trattamento e delle pari opportunità nei confronti delle persone con disabilità di cui all’articolo 3 della legge 5 febbraio 1992”.
Non è la prima volta che accadono fatti del genere in occasione delle gite scolastiche di istruzione che per molti ragazzi rappresentano la loro “prima volta” fuori da casa e per giovanissimi con disabilità sono occasioni per sentirsi come i loro coetanei.
Stefano Bisi