Michael B. Jordan parla del suo futuro da regista dopo Creed III e ha già in mente quali potrebbero essere i suoi prossimi film dietro la macchina da presa.
Creed III segna il debutto dietro la macchina da presa dell'attore Michael B. Jordan. Un impegno che l'attore ha dimostrato di prendere molto su serio, impegnandosi e cercando di dare un'impronta personale a una saga cinematografica che ha quasi cinquant'anni di vita. In particolar modo, Jordan ha confessato di aver voluto rendere uniche le scene di combattimento della pellicola, attingendo alla sua passione per gli anime giapponesi. Un impegno in nome della ricerca di realismo, che il suo co-protagonista, e avversario sul ring, Jonathan Majors, ha raccontato esser sfuggito di mano in qualche occasione, con un paio di scontri fin troppo reali scambiati tra i due durante le riprese.
In una recente intervista, Michael B Jordan ha dichiarato di essere molto concentrato sul suo futuro da regista e di avere già in mente alcune idee per i prossimi film che vorrebbe dirigere, ammettendo di aver già ricevuto alcune proposte in merito.
Su un possibile impegno anche davanti la macchina da presa nei suoi futuri film da regista, l'attore non si è sbilanciato, dicendo che la scelta dipenderà dal progetto e da quanto sarà impegnativo il lavoro dietro le quinte.
Le premesse per una promettente carriera da regista per Michael B. Jordan sembrano esserci tutte. Se non bastassero le sue idee chiare, infatti, ci sono le recensioni della critica internazionale che promuovono Creed III, sottolineando in molti casi proprio le sue capacità dietro la macchina da presa.
Sul celebre aggregatore di recensioni internazionali, Rotten Tomatoes, il terzo capitolo della serie ha raggiunto, al momento, il ragguardevole punteggio di 90% di recensioni positive, su un totale di 93 articoli pubblicati dalla stampa internazionale. Tra questi, sono da segnalare quello dell'Hollywood Reporter, che mette in risalto come Jordan abbia preso a prestito dal suo amore per gli anime per realizzare "coreografie degli incontri sviluppate come una danza moderna, nella quale è possibile vedere ciò che accade sul ring dalla prospettiva di ciascuno dei combattenti, facendoci capire come pianificano la loro prossima mossa".
Anche Siddhant Adlakha su Polygon, mette in evidenza come il regista dia al film "un'energia cinematografica che la serie non ha mai visto prima, ampliando il linguaggio visivo del film di boxe hollywoodiano in modo notevole".
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