Sono due i frame comunicativi che il governo, per quanto concerne la questione migratoria, sta cavalcando. Il primo riguarda la necessità di mettere, i migranti, nelle condizioni di non dover più partire. Migliorando, quindi, le condizioni di vita presso i loro paesi d’origine. Il secondo, un sempreverde se vogliamo, è che l’Europa faccia qualcosa in più. Il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, in una lettera indirizzata al Presidente del Consiglio Europeo Michel, alla Presidente della Commissione Ue Von der Leyen e al Presidente di turno della Ue Kristersson, ha usato proprio questo secondo frame. Nella lettera, infatti, si legge:
Senza concreti interventi dell’UE, sin dalle prossime settimane e per l’intero anno, la pressione migratoria sarà senza precedenti, posto il difficile contesto che investe vaste zone del Pianeta. Rifiuto l’idea che nulla possa esser fatto e che l’Europa debba rassegnarsi a prendersi cura solo di chi riesce ad avvicinarsi alle nostre coste o ai nostri confini dopo aver affidato la propria vita e quella dei propri figli a trafficanti senza scrupoli, pagati profumatamente per accedere a viaggi disperati.
Migranti, Meloni chiede aiuto all’Europa
Il Premier italiano fa appello al senso di responsabilità che concerne la politica. Poi, sottolineando il lavoro fin qui svolto proprio sul piano europeo, ha detto che:
Al Consiglio Europeo straordinario dello scorso febbraio abbiamo individuato alcune misure che vanno nella giusta direzione, ma il fattore tempo è decisivo. È fondamentale e urgente adottare da subito iniziative concrete, forti e innovative per contrastare e disincentivare le partenze illegali, ricorrendo anche a urgenti stanziamenti finanziari straordinari per i Paesi di origine e transito affinché collaborino attivamente. L’Italia è pronta, a partire dal prossimo Consiglio Europeo, a dare il suo contributo a ogni iniziativa comune che vada in questa direzione, per evitare di ritrovarci a breve a piangere nuove tragedie. Confido che non sia sola in questa battaglia di civiltà.
Meloni ha fatto riferimento, portando avanti la linea dei ministeri competenti, al traffico illegale di uomini. Ergo, a quello che i rappresentanti del governo chiamato il business degli scafisti. Ha ribadito, ai vertici europei, la necessità di invertire questa tendenza poiché:
Non si tratta di trovare gli strumenti per annullare la migrazione verso l’Europa, ma di stroncare la tratta illegale di esseri umani, e fare in modo che il fenomeno migratorio sia gestito nel rispetto delle regole e della sicurezza (anzitutto nell’interesse degli stessi migranti), e con numeri tali da consentire l’effettiva integrazione di chi viene in Europa con la legittima aspirazione a una vita migliore.
Il naufragio di Crotone
Ovviamente la molla che ha innescato le riflessioni è stato il naufragio di Cutro. Giorgia Meloni vi ha fatto riferimento all’inizio della sua lettera sottolineando la tragicità dell’evento:
Il naufragio avvenuto nei giorni scorsi a pochi metri dal litorale di Crotone, nel quale sono morte decine di persone e tra queste molti bambini, ha sconvolto tutti noi. Non si tratta purtroppo di un caso isolato. In Italia da molti anni ci ritroviamo a piangere tragedie come quelle di domenica scorsa nelle quali chi prova a raggiungere le nostre coste su imbarcazioni di fortuna perde la vita in mare. È nostro dovere, morale prima ancora che politico, fare di tutto per evitare che disgrazie come queste si ripetano. Si tratta di una sfida difficilissima perché quello delle migrazioni è un fenomeno epocale e complesso, soprattutto quando le imbarcazioni cariche di migranti prendono la via del mare.