Famiglia, donne, potere: ruotano attorno a questi temi le domande poste dalla direttrice di Grazia, Silvia Grilli, a Giorgia Meloni, in un’esclusiva intervista che uscirà domani, 2 marzo, a pochi giorni dalla Giornata internazionale dei diritti delle donne dell’8 marzo. La premier ha così ribadito la sua opinione su alcuni degli argomenti portanti del dibattito sociale, a partire dall’aborto e dall’utero in affitto, fino ad arrivare all’identità di genere.

Giorgia Meloni ultime dichiarazioni a tema aborto e famiglia

Si intitola “Ragazze, liberiamo il nostro potere”, la lunga intervista rilasciata da Giorgia Meloni a Grazia in vista dell’8 marzo. Partendo dai suoi ricordi d’infanzia, la premier vi ripercorre le sue opinioni su alcune delle tematiche sociali più attuali che ruotano attorno alla figura femminile e al suo corpo.

Mentre sua madre l’aspettava, avrebbe deciso di portare a termine la gravidanza all’ultimo momento, nonostante non andasse più d’accordo con suo marito. Da questo elemento del suo vissuto partono le domande dell’intervistatrice a tema aborto e famiglia. “Le direi di provare a darsi una possibilità, che non è sola, che lo Stato le darà gli strumenti necessari per non negare a sé stessa la gioia di crescere suo figlio, di metterlo al mondo nelle migliori condizioni possibili”, dice la premier, riferendosi ad un presunto dialogo che potrebbe avere con una donna che sta andando ad abortire.

Mentre, sulla famiglia – alla domanda dell’intervistatrice, che le chiede se sia importante per un bambino che i genitori siano di sesso opposto -afferma: “Ho avuto la fortuna di avere una madre e una famiglia che non mi hanno mai fatto mancare nulla, ma non posso dire che l’assenza di mio padre non abbia pesato nella mia vita. L’ho capito pienamente quando lui è morto, e mi sono resa conto della profondità della sofferenza che il suo vuoto aveva creato in me. Non conosco nessuno che rinuncerebbe a uno dei propri genitori o che sceglierebbe di essere cresciuto solo dal padre o dalla madre. I bambini hanno il diritto di avere il massimo: una mamma e un papà”.

Sull’utero in affitto e l’ideologia gender

Ma, nel corso dell’intervista, il presidente del Consiglio torna anche sulla questione dell’utero in affitto e dell’ideologia gender. “È la legge italiana a dire che questa pratica non è lecita, non io – dichiara riferendosi al primo -. Non credo che commercializzare il corpo femminile e trasformare la maternità in un business possano essere considerate delle conquiste di civiltà. L’utero in affitto è la schiavitù del terzo millennio e non mi rassegnerò mai all’idea che possa essere l’esito di secoli di lotte per i diritti delle donne“. E poi: “Oggi si rivendica il diritto unilaterale di proclamarsi donna oppure uomo al di là di qualsiasi percorso, chirurgico, farmacologico e anche amministrativo. Maschile e femminile sono radicati nei corpi ed è un dato incontrovertibile. Tutto questo andrà a discapito delle donne? Credo proprio di sì: oggi per essere donna, si pretende che basti proclamarsi tale, nel frattempo si lavora a cancellarne il corpo, l’essenza, la differenza. Le donne sono le prime vittime dell’ideologia gender. La pensano così anche molte femministe“. “Ritengo da sempre che le donne abbiano una grande forza autonoma – aggiunge – che vada liberata dai mille ostacoli che la ingabbiano ma anche dai tabù di cui spesso le stesse donne rimangono vittime. Non credono di potercela fare a competere con gli uomini e finiscono per competere tra loro stesse, convinte che ci sia un livello più basso nel quale relegare le proprie competenze. Ma se si crede in sé stesse, e si lavora duro – conclude – ogni obiettivo si può raggiungere. Non ci sono limiti”.