Firmato l’8 aprile del 2010 a Praga, dall’allora presidente degli stati Uniti d’America Barack Obama e dall’omologo presidente della federazione russa Dmitrij Medvedev, l’accordo prevede, all’atto della sua sottoscrizione, l’impegno delle due super-potenze alla riduzione delle armi nucleari.

Entrato in vigore dieci mesi più tardi, precisamente il 5 febbraio del 2011, l’accordo New START sostituisce tutti i precedenti accordi START, START I, START II e SORT siglati tra USA e Russia.

Nel febbraio del 2016 l’accordo ha subito una prima proroga, con validità estesa fino al 2021 anno in cui è stato nuovamente prorogato con scadenza prevista il 5 febbraio del 2026.

Negli anni, i precedenti trattati START, SORT e l’attuale trattato New START hanno avuto un duplice significato; se da una parte la sottoscrizione dei trattati bi-laterali da entrambi le superpotenze hanno rappresentato una maggiore sicurezza globale con una riduzione notevole delle armi nucleari presenti negli arsenali atomici, dall’altro hanno permesso di distendere i rapporti allontanando il clima della corsa al riarmo tipico degli anni della guerra fredda.

Accordo New START, cosa prevede

Il trattato New START è il più recente, in ordine cronologico, degli accordi bi-laterali, siglati tra gli USA e la Russia, per limitare gli armamenti nucleari a disposizione da entrambe le superpotenze.

Nello specifico il trattato impone un limite di:

  • 1550 tra testate e bombe nucleari.
  • 800 vettori nucleari tra:
  • Missili balistici intercontinentali ICBM
  • Sottomarini nucleari lanciamissili SLBM
  • Bombardieri pesanti.

Con durata di dieci anni dalla sua entrata in vigore, il trattato New START può essere esteso per ulteriori cinque anni per ogni rinnovo siglato da entrambe le parti. Inoltre, può essere sostituito con un accordo successivo qualora sopraggiungano le necessità di riesaminare completamente il testo oppure, può essere sospeso a fronte di un preavviso di tre mesi.

Per garantire il rispetto bi-laterale del trattato, nel testo sono definite le norme d’ispezione dei siti di stoccaggio degli armamenti atomici di entrambe le superpotenze. Commissioni americane, composte con personale specializzato in armamenti atomici, sono incaricate ciclicamente di ispezionare i siti di stoccaggio degli armamenti nucleari russi; in maniera del tutto analoga, personale specializzato russo è inviato a ispezionare i siti di stoccaggio americani.

Inoltre, il trattato stabilisce un preavviso di quarantotto ore prima del dislocamento di un nuovo vettore utilizzato per il lancio di missili nucleari.

Dalla guerra fredda ad accordi bi-laterali

La guerra fredda indica il periodo storico caratterizzato dal contrasto ideologico, politico e militare che si generò, dal 1947 e protratto fino al 1991, tra le due superpotenze USA e Russia che entrambe uscivano vincitrici dalla fine della seconda guerra mondiale.

Le due potenze ambivano entrambe a definire il loro modello di riorganizzazione del potere mondiale basato su due distinte ideologie socio-economiche; mentre gli USA affermavano il loro modello di democrazia basata sul capitalismo, l’Unione Sovietica tentava di affermare il loro modello di socialismo basato sul comunismo.

La netta contrapposizione, tra gli ideali che le due potenze, scaturì una forte destabilizzazione geo-politica internazionale che porto alla divisione della Germania, geograficamente più vicina all’Unione Sovietica, in Germania Ovest e Germania Est attraverso la costruzione del muro di Berlino.

A livello militare, gli anni della guerra fredda furono caratterizzati da un costante clima di tensione. Seppur mai arrivate a uno scontro diretto sul campo di battaglia, le due potenze si sfidavano in una corsa agli armamenti costante, quasi frenetica. Ogni arsenale bellico doveva necessariamente essere superiore a quello del nemico, spingendo le due potenze verso investimenti copiosi per rendere tecnologicamente più avanzate le armi a disposizione.

Con gli accordi START, acronimo di STrategic Arms Reduction Treaty, i raporti bi-laterali tra USA e Russia videro un nuovo approccio basato, non più sulla minaccia degli armamenti nucleari a disposizione delle due potenze bensì, fondate su un clima di maggiore cooperazione e disponibilità nella riduzione della minaccia nucleare.

Trattato START I

Il 31 luglio del 1991 a Mosca, il presidente degli Stati Uniti George H.W. Bush e il presidente dell’Unione Sovietica Mikhail Gorbachev firmarono il trattato bi-laterale START per limitare gli arsenali atomici a disposizione delle due super-potenze.

Annunciato il 9 maggio del 1982, dal Presidente degli Stati Uniti d’America Ronald Reagan durante un discorso all’Eureka college, la proposta era basata su due fasi:

  • Prima fase:
  • Riduzione a un massimo di 5000 testate nucleari per ogni tipo di missile.
  • Limite di 2500 missili balistici intercontinentali ICBM.
  • Limite di 110 missili pesanti SS-18.
  • Seconda fase:
  • Limite sul numero di bombardieri e sistemi strategici.

La proposta fu accolta con disappunto dall’Unione Sovietica che riteneva i limiti imposti per gli armamenti atomici inaccettabili. Inoltre, il progetto Strategic Defense Initiative (SDI), in gergo definito “scudo spaziale”, che gli USA stavano attuando per proteggersi da un eventuale attacco missilistico, fu interpretata dal Cremlino come una minaccia all’esistenza dell’Unione Sovietica.

Un ruolo fondamentale, per la ripresa delle trattative, fu svolto dal fisico sovietico Andrei Sakharov che portò l’Unione Sovietica al ritiro delle obiezioni verso il trattato START proposto dagli USA.

Il trattato START, definito in quegli anni come il trattato più complesso e articolato per il controllo e la riduzione degli armamenti nucleari, prevedeva un limite di:

  •  6000 testate nucleari.
  •  6000 aerei militari caccia.
  • 10.000 carri armati.
  • 20.000 pezzi di artiglieria.
  • 2.000 elicotteri d’attacco.

Il collasso dell’Unione sovietica

Alla firma del trattato bi-laterale tra USA e Russia per limitare gli armamenti atomici che minacciavano l’integrità globale, per il futuro equilibrio mondiale sembrava aprirsi una nuova era di dialogo e non più di minacce reciproche.

Soltanto cinque mesi dopo la firma del trattato START, l’Unione Sovietica collassa in una crisi politica interna.

Trattato START II

Il 3 gennaio del 1993 a Mosca, il presidente degli Stati Uniti d’America George H.W. Bush e il suo omologo russo Boris Yeltsin, firmano il trattato START II nel Vladimir Hall del Cremlino.

Nelle condizioni del trattato fu vietato l’utilizzo dei sistemi MIRV (Multiple Independently targetable Reentry Vehicle), definiti come sistemi di trasporto e lancio multiplo di testate.

I sistemi MIRV, considerati molto letali poiché un missile intercontinentale dotato di tale tecnologia è in grado di trasportare un numero variabile da tre a dodici testate nucleari in grado di colpire un singolo obiettivo o svariati obiettivi, permettevano di condurre un attacco missilistico nucleare; sfruttando l’effetto sorpresa di un attacco preventivo in grado di distruggere quasi totalmente l’obiettivo attaccato.

I negoziati, che portarono alla firma del trattato, iniziarono il 17 giugno del 1992 con la firma di un’intesa congiunta tra i due presidenti.

Tuttavia, mentre la ratifica del Senato degli Stati Uniti arrivò il 26 gennaio del 1996, la Duma russa, come segno di protesta contro gli interventi militari intrapresi dagli USA in Iraq e in Kosovo e l’espansione dell’Europa orientale e della NATO, ritardò varie volte l’approvazione del trattato tanto da renderlo mai effettivo.

Il 14 aprile del 2000 la Duma di Stato russa, che rappresenta la camera bassa dell’Assemblea federale della Federazione russa, ratificò il trattato. Il provvedimento ebbe un significato puramente simbolico in quanto, la ratifica del trattato START II fu subordinata al mantenimento del trattato ABM.

Firmato da USA e URSS il 26 maggio del 1972, il trattato ABM, conosciuto anche come trattato anti missili balistici, aveva lo scopo di limitare la difesa antimissile delle due superpotenze, riducendo quindi la proliferazione di armi nucleari offensive.

Con il trattato ABM, le relazioni tra USA e Russia erano basate sul principio della “mutua distruzione assicurata” per la quale si riteneva che, a ogni utilizzo di ordigni nucleari da parte di una delle due fazioni sarebbe scaturita una reazione che avrebbe distrutto sia l’attaccato sia l’attaccante.

Trattato START III

Nel 1997 a Helsinki, capitale della Finlandia, il presidente degli Stati Uniti d’America Clinton e il presidente della Federazione Russa Boris Yeltsin avviarono le trattative per stabilire un accordo che avrebbe costituito il testo del trattato START III.

Sul tavolo delle trattative le posizioni troppo in disaccordo tra gli USA, che manifestavano la volontà di creare un sistema missilistico di difesa che si poneva in disaccordo con quanto era stabilito nel trattato ABM, e la Russia, che per risposta al sistema missilistico che gli USA volevano realizzare iniziò a rivendicare forti limitazioni sul numero di testate nucleari disponibili per fronteggiare una possibile uscita degli stessi USA dal trattato ABM; il trattato START III non fu mai realizzato.

SORT

Firmato il 24 maggio del 2002 a Mosca dal presidente degli USA George W. Bush e dal presidente della Federazione Russa Vladimir Putin, il trattato SORT, acronimo di Strategic Offensive Reductions Treaty, prevedeva una nuova riduzione delle armi nucleari.

Il trattato SORT, seppur definito meno efficace rispetto ai precedenti trattati START, integrava il trattato START I limitando ulteriormente il numero di testate nucleari a disposizione delle due superpotenze. Con la stipulazione dell’accordo SORT, e l’entrata in vigore il 1° giugno del 2003, le due potenze sottoscrivevano l’impegno reciproco alla riduzione entro il 31 dicembre del 2012 a un numero di testate nucleari tra le 1700 e le 2200 unità; inoltre, i governi delle due potenze potevano decidere in maniera del tutto autonoma le tipologie di armi atomiche che dovevano essere dismesse.

Sospensione del trattato NEW START

Con l’invasione militare che la Russia ha intrapreso il 24 febbraio del 2022 sul suolo ucraino, le relazioni diplomatiche tra Mosca e Washington hanno subito, sin dalle prime battute, un rapido deterioramento.

Sullo scacchiere internazionale l’Europa e gli USA, uniti con il patto di alleanza Atlantica, hanno da subito fermamente condannato l’azione militare intrapresa da Mosca ai danni di Kiev. L’impossibilità di arrestare il conflitto attraverso l’utilizzo dei canali diplomatici, e la volontà della NATO di non arrivare allo scontro diretto con la Russia, ha spinto Washington e Bruxelles ad attuare dei pacchetti di sanzioni economiche per tentare di arrestare la macchina da guerra russa penalizzando i flussi commerciali di export.

Le sanzioni economiche, duramente contestate da Mosca, se da una parte hanno limitato i flussi finanziari verso Mosca riducendo almeno in parte da sua disponibilità economica per finanziare l’invasione militare ai danni dell’Ucraina, dall’altra hanno procurato un deterioramento dei rapporti diplomatici anche tra le cancellerie europee e Mosca.

Il 21 febbraio 2023 il presidente russo Vladimir Putin, nel discorso all’Assemblea Federale a Mosca, ha annunciato la volontà di sospendere il trattato New START con l’obiettivo di portare avanti l’offensiva intrapresa in Ucraina e di tutelare l’incolumità territoriale della Russia.

Quanto la sospensione del trattato New START possa rappresentare una minaccia concreta alla sicurezza globale è difficile da valutare; se da una parte, con la sospensione del trattato Mosca punta ad affermare a livello mondiale la sua potenza militare atomica, dall’altra, con anni di trattati e d’ispezioni bi-laterali, conosce bene il potenziale degli armamenti atomici a disposizione degli USA e i rischi che un’eventuale escalation atomica potrebbe generare.

Gianni Truini