Mobilità docenti e personale Ata, è di stamani l’incontro sul tema e il bilancio conclusivo ha un retrogusto agrodolce: alcune novità sono positive, altre meno, così ha parlato il direttore di Tecnica della Scuola, Alessandro Giuliani, ad Open Day, su Radio Cusano Campus. “Coloro che lo scorso anno hanno chiesto il trasferimento l’hanno ottenuto e per tre anni non si potranno muovere, ma si tratta di una minima parte degli insegnanti: quelli che cambiano sono donne 8 volte su 10. Coloro che ottengono il trasferimento difficilmente decidono, dopo un anno o due, di andarsene. Buone nuove, invece, per i neoassunti del 2022/23, parliamo di trenta, quaranta, cinquanta mila docenti, seppure con riserva c’è stata l’attesa apertura alla possibilità di trasferirsi – ha fatto sapere Giuliani – non entro nel dettaglio, le casistiche sono varie, aspettiamo l’ordinanza che è imminente per presentare domande per le quali sono state già rese note le date. I docenti potranno fare domanda dal 6 al 21 marzo, il personale educativo dal 9 al 29 marzo e il personale Ata dal 17 marzo al 3 aprile, sono finestre imprescindibili in cui poter presentare domande, dopodiché se si raggiungerà la sede richiesta, il distretto o la provincia, si saprà tra maggio e giugno. L’esito dei desiderata si avrà dal prossimo 1 settembre. La questione dei vincoli è importante perché è stato imposto un quesito dalla Commissione Europea in quanto questi garantiscono una continuità didattica all’insegnante. Inizialmente la CE era soddisfatta di questa presa di posizione, il vincolo era di cinque anni, adesso sono venute meno quelle condizioni e l’hanno spuntata i sindacati anche se con riserva”.

Mobilità docenti: il paradosso dei 200mila posti vacanti

Mobilità docenti: sono soprattutto le donne a chiedere trasferimenti, visto che “l’81% delle insegnanti in Italia è donna. Negli ultimi anni molte donne del Sud hanno intrapreso e accettato la possibilità di essere assunte, anche a centinaia di km da casa, e il paradosso è che pur in presenza di posti liberi il trasferimento viene negato. Quasi sempre i precari e docenti hanno esigenze di famiglia e non si capacitano del diniego. Non c’è da meravigliarsi se nel corso degli ultimi anni vari governi hanno confermato questa modalità per porre un freno all’enorme richiesta di trasferimento – ha spiegato il direttore di Tecnica della Scuola – il MIUR e gli uffici scolastici devono farsi carico del problema, spesso ci sono code di ricorsi, un impegno non indifferente da gestire. A fronte di 200mila posti vacanti da coprire con candidati abilitati, sembra una punizione per il personale in attesa, nell’80 e 90% dei casi si tratta di precari o personale inserito nelle GPS. Le GPS al momento permettono solo ai docenti di sostegno di essere assunti in ruolo e sul quel fronte la maggior parte dei posti vacanti non permette l’assunzione a tempo indeterminato”.

Bilancio conclusivo dell’incontro

In conclusione, “la mattinata sembra essere andata bene – ha concluso Giuliani – si attende un chiarimento ulteriore da parte della Commissione Europea, la questione dei vincoli è legata a doppio filo a quella delle GPS e l’Europa in questo momento ha un ruolo rilevante, sta assegnando qualcosa come 13miliardi di euro col PNRR e pretende garanzia e serietà nella selezione del personale in modo da garantire una certa continuità didattica”.