In Perù, la Polizia ha tratto in arresto un ragazzo di 26 anni dopo che una mummia preispanica risalente a circa 800 anni fa è stata trovata all’interno della sua borsa termica da rider.
La vicenda è accaduta nella città di Puno, capoluogo della regione omonima e situata sulla sponda occidentale del lago Titicaca ad una manciata di chilometri dal confine con la Bolivia.
È stato il portavoce della polizia locale, l’agente Marco Antonio Ortega, a diffondere direttamente la notizia. Nel comunicato, si legge che la polizia ha rinvenuto il reperto storico all’interno di un borsone termico con l’etichetta Pedidos Ya, una società di consegne online multinazionale uruguaiana. Non è tuttavia chiaro se il 26enne fosse effettivamente un rider dipendente dell’azienda o se avesse semplicemente ottenuto tale borsone per il trasporto della mummia.
La scoperta è avvenuta casualmente Sabato 25 Febbraio 2023. L’attenzione dei poliziotti di zona infatti è stata catturata dalla presenza del ragazzo poi fermato e di altri due uomini intenti a consumare bevande alcoliche presso un punto panoramico della città.
Gli agenti hanno allora effettuato un controllo di routine ed è allora che aprendo lo zaino termico sono stati trovati resti umani in posizione fetale recanti ancora tessuti molli con caratteristiche corrispondenti ad una mummia.
Perù trovata mummia nella borsa di un rider: la famiglia ne era in possesso da 30 anni
Il 26enne si è difeso dicendo che il reperto fosse di proprietà della sua famiglia da almeno tre decenni, quindi ancor prima della sua nascita, custodito nella loro abitazione in una scatola. Il giovane lo aveva preso e trasportato all’interno del contenitore per consegna di alimenti proprio per mostrarlo a due amici.
Inoltre il giovane avrebbe affermato, forse in stato alterato dall’alcool, alcune frasi che rendono la vicenda ancor più sconvolgente. Senza preoccuparsi più di tanto delle accuse mosse dai militari, il ragazzo avrebbe spiegato di aver chiamato la mummia “Juanita” e che per lui rappresentasse una sorta di “fidanzata spirituale” dalla quale non si separerebbe mai, con cui dormirebbe e di cui si prenderebbe costantemente cura.
Il ragazzo, identificato come Julio Cesar Bermejo, è stato arrestato per il possesso illecito di un reperto storico e per possibili reati contro il patrimonio culturale della nazione. Anche i suoi amici presenti, due ragazzi rispettivamente di 23 e 26 anni, sono indagati per lo stesso motivo. I tre rimangono in custodia cautelare in attesa che la magistratura locale si pronunci sulla vicenda.
Non è stata fornita alle forze dell’ordine una spiegazione esaustiva di come la famiglia, e nella fattispecie il padre, sia entrata in possesso della mummia.
Un uomo vissuto circa 800 anni fa
La polizia ha quindi prontamente sequestrato il reperto ed affidato la sua tutela al Ministero della Cultura.
Gli esperti lo hanno subito analizzato, datando la sua origine a circa 600 – 800 anni fa in età preispanica e quindi antecedente alla scoperta dell’America.
Il suo possessore ipotizzava si trattasse di una donna, in realtà, attraverso una rapida analisi della scatola cranica, si è potuto apprendere che il corpo appartenga ad un uomo di circa 45 anni avente una statura di un metro e cinquanta centimetri. Sembra che il ragazzo non abbia manomesso la sua posizione per introdurlo nel borsone termico, poiché il cadavere era stato sepolto, avvolto dalle tipiche bende, in posizione fetale come uso nelle tumulazioni dell’epoca.
Si presume inoltre che la mummia provenga dalla zona orientale di Puno appartenente al distretto di Patambuco.
L’area infatti è ricca di luoghi archeologici: a soli 50 km da Puno si trova il sito di Jisk’a Iru Muqu una delle più importanti aree di ritrovamento di reperti precolombiani risalenti addirittura a 4000 anni fa.