Diversi droni ucraini hanno colpito la Russia: uno di questi è precipitato a 100 km da Mosca. Le autorità russe: “se non si fosse schiantato, il drone avrebbe raggiunto il Cremlino in meno di un’ora”.

Droni ucraini a 100 km da Mosca. L’ira di Putin

Tra lunedì, 27 febbraio 2023, e martedì, 28 febbraio, diversi droni sono stati avvistati o abbattuti nelle regioni meridionali della Russia, ovvero Belgorod, Krasnodar, Brjansk, Kuban e Adighezia. Il fatto, di per sé, non è una novità. Che l’Ucraina stia conducendo da mesi diversi attacchi verso il territorio russo con droni di media grandezza è fatto noto anche per le autorità militari russe. La notizia è che i droni sono riusciti a raggiungere Gubastovo, città a circa 100 km dalla capitale russa. Se non si fosse schiantato, il drone avrebbe potuto raggiungere il cuore del potere di Putin in meno di un’ora.

Ma ripercorriamo i fatti.

Tra lunedì e martedì sera viene segnalatala presenza di droni in alcune aree meridionali del Paese (Brjansk, Belgorod, Kuban e Adighezia). A Belgorod due droni si sono schiantati. Il primo ha impattato un condominio e i residenti sono stati evacuati; il secondo ha colpito il tetto di un supermercato e ha preso fuoco. Ore dopo, intorno alle due del mattino, altri due droni carichi di esplosivo sono atterrati su un deposito petrolifero nella regione di Krasnodar causando un incendio che però è rapidamente spento. Secondo la Difesa russa i droni sono caduti in quel punto grazie al dirottamento operato dai militari russi: il vero obiettivo dell’attacco non era il deposito ma delle infrastrutture civili.

Qualche ora dopo, nella mattina, l’aeroporto Pulkovo di San Pietroburgo ha poi interrotto i voli per un’ora. Lo spazio aereo sulla città è stato infatti chiuso e nel cielo si sono sollevati due caccia. Possibili preoccupazioni sono state subito placate dalla Difesa russa: si è trattato di una semplice
esercitazione della contraerea.

Ore concitate, senza dubbio. Tuttavia, in questi fatti, la vera notizia è stata un’altra: a Gubastovo – 100 km da Mosca e 75km da una stazione della Gazprom – è precipitato un drone. L’attacco è fallito e non ci sono né vittime né danni, ma la tensione psicologica è diventata subito altissima. Il fatto rischia infatti di cambiare la percezione della guerra, soprattutto negli spettatori russi: il nemico è riuscito ad avanzare nel loro territorio. I droni ucraini hanno quasi raggiunto Mosca. Una minaccia che, come prevedibile, ha scatenato immediatamente l’ira di Putin. Il Presidente russo ha dato infatti ordine ai servizi di sicurezza russi di dare la caccia alla “feccia nazista” responsabile dell’operazione. Il timore di Putin e degli apparati di sicurezza è, infatti, che ci siano sabotatori nel territorio russo in grado di aiutare, da terra, la riuscita delle incursioni dei droni ucraini.

Mikhailo Podolyak, consigliere del presidente Zelensky, ha respinto le accuse della Russia e negato ogni coinvolgimento dell’Ucraina. Non è tardata ad arrivare la risposta del portavoce del Cremlino Dmitry Peskov: “Non gli crediamo”.