Continuano gli scioperi proclamati dai sindacati nel settore dei trasporti pubblici locali e in quello scolastico. La prossima mobilitazione generale nazionale è stata annunciata per mercoledì 8 marzo, giorno della festa della donna: a rischio non solo gli spostamenti, quindi, ma anche le scuole, per l’intera giornata.
Sciopero 8 marzo 2023 scuola e trasporti pubblici a rischio
Si era diffusa già da un po’ la voce di un possibile sciopero generale nell’ambito dei trasporti pubblici per il prossimo 8 marzo. Dopo varie ipotesi, la conferma sembrerebbe essere arrivata dal calendario degli scioperi in programma pubblicato dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Stando a quanto riportato nel documento, le mobilitazioni prendereranno il via il 2 marzo con quella generale nazionale in programma per il personale navigante tecnico Poste Air Cargo (dalle 17 del 2 alle 17 del 3 marzo); si proseguirà poi il giorno della festa della donna, con uno sciopero di carattere più ampio, che investirà anche il settore scolastico. A rischio, per ventiquattro ore, i trasporti locali e i convogli regionali di Trenord, ma anche le tratte ferroviarie e autostradali. Un’agitazione che rischia di mandare nel caos soprattutto le grandi città e che riguarderà dipendenti pubblici e privati, con contratti a tempo indeterminato, determinato o anche atipici e precari.
L’obiettivo del sindacato Slai Cobas, che l’ha indetto, è quello di rimarcare “il peggioramento della condizione generale di vita delle donne a partire dalla condizione di lavoro nel nostro Paese, che investe tutti gli altri ambiti: sociale, familiare, culturale”. Non è un caso, quindi, che la data scelta sia proprio quella dell’8 marzo, giorno in cui, internazionalmente, si celebra la Giornata dei diritti delle donne. Si pone l’accento, in particolare, sulla situazione femminile “di lavoro non lavoro, salute e sicurezza, salario non salario, peso del lavoro di cura per la mancanza di servizi pubblici e gratuiti”. Nel miriro, poi, la “tragica violenza sulle donne”, un tema che investe anche l’ambito lavorativo, e l’attacco “al diritto di libera scelta della maggioranza delle donne in tema di maternità e di aborto”. Un obiettivo che va di pari passo a quello di rimarcare i tagli subiti da determinati settori, tra i quali spiccano quello sanitario e quello scolastico. Ecco perché anche i dipendenti scolastici, come fa sapere il Ministero dell’Istruzione e del Merito, saranno coinvolti nella mobilitazione. Come per tutti gli scioperi, saranno comunque garantiti i servizi essenziali.
I tagli in arrivo per il settore scolastico
Tra le motivazioni dello sciopero che investirà il settore delle scuole, i tagli e gli accorpamenti che nel corso dell’anno dovrebbero toccare centinaia di istituti. Secondo l’ultima Legge di Bilancio, sarebbero circa 700 le scuole a dover essere accorpate nei prossimi anni, con conseguenti tagli del personale e dei dirigenti scolastici. Tagli volti all’eliminazione delle reggenze attribuite ai dirigenti scolastici e al miglioramento dell’efficienza amministriva e gestionale, criticati dai sindacati, tra cui quello di base, l’Usb, che già a fine 2022 aveva spiegato: “La gran parte degli istituti scolastici, in particolare degli istituti comprensivi, è composta da almeno tre plessi, spesso dislocati su comuni diversi con una molteplicità di problemi legati ai trasporti, alla gestione del personale da parte delle segreterie, alla costanza di rapporti con la dirigenza, oltre che alla carenza di organico docente e ATA […]. Quanti plessi dovrà gestire, così, ogni singolo dirigente scolastico? Quanto aumenterà il carico di lavoro del personale amministrativo che gestisce i lavoratori, mantenendo fermi i limiti alle supplenze, vietate quando la segreteria è composta da più di tre unità e per assenze di durata inferiore ai trenta giorni?”. È uno dei motivi per i cui lavoratori scenderanno in piazza.