Michela Boldrini incendio Kenya. Non ce l’ha fatta Michela Boldrini, la 39enne originaria della provincia di Bergamo rimasta ustionata dopo l’incendio scoppiato in un resort nel quale era in vacanza. La donna era stata ricoverata al reparto di Terapia Intensiva all’ospedale Aga Khan di Mombasa ma a causa di complicazioni si è aggravata giorno dopo giorno. La donna era al termine della sua vacanza e sarebbe dovuta partire il giorno dopo. Assieme a lei c’era il cugino Mattia il quale aveva raccontato che al momento che era divampato l’incendio  i due invece di scappare velocemente dall’hotel, avevano provato a rientrare in camera per recuperare i documenti di viaggio e qualche effetto personale. Ma nel giro di trenta secondi le fiamme si erano fatte così vicine che i due sono stati avvolti da un calore tremendo e hanno riportato ustioni gravi.

Michela Boldrini incendio Kenya, morta la turista italiana

I medici dell’ospedale in cui la donna era stata ricoverata avevano da subito giudicato le due condizioni molto serie anche se sulle prime si sperava che non fosse in pericolo di vita. La donna era stata anche sottoposta ad un delicato intervento chirurgico. Questa mattina purtroppo le condizioni della 39enne sono precipitate e la donna è deceduta. Per un tragico caso del destino, la madre di Michela era appena atterrata all’aeroporto di Mombasa sperando di poterla trovare ancora in vita. L’Ambasciata d’Italia in Kenya, tramite il Consolato Onorario, ha seguito fin dall’inizio la triste vicenda in contatto con le autorità locali e ha fornito assistenza. Il cugino della donna, Mattia, è rimasto ustionato ma è riuscito a salvarsi come ha riferito la madre: “Quando da lontano ha visto le fiamme lui e mia nipote, per istinto, si sono precipitati all’interno della struttura per salvare i documenti e gli effetti personali invece di fare come gli altri ospiti che, alla vista delle fiamme, l’hanno precipitosamente abbandonata. Mi ha detto che, per una manciata di secondi, una trentina, sono poi riusciti a mettersi in salvo, ma rimanendo ustionati”.

L’incendio in Kenya

L’incendio si è verificato a Watamu, in Kenya, in un resort italiano frequentato da decine di turisti. Il resort sarebbe andato completamente distrutto dalle fiamme mentre il Lily Palm, resort attiguo, ha perso solo il ristorante fronte mare. Il manager del Lily Palm ha spiegato: “Il vento ci ha letteralmente graziati, le fiamme si sono fermate appena prima delle cucine e le camere dell’hotel, dove alloggiano un centinaio di italiani, non sono state colpite”. Stando alle testimonianze degli abitanti di Watamu, l’incendio sarebbe divampato dal Mbuyu Lodge, un bar ristorante con camere sulla via centrale della cittadina, dove sorgono anche negozi, discoteche e gelaterie che però non sono state colpite. I tetti fatti con foglie secche di palma hanno bruciato in fretta e l’incendio si è propagato ad alberi vicini. Le prime perizie indicherebbero che l’incendio sarebbe stato causato da un corto circuito verificatosi presso il lodge Mbuyu. Gli esperti stanno ora indagando se l’incendio al Mbuyu Lodge sia dovuto da mancata manutenzione dell’impianto elettrico o sia di natura dolosa. Due turiste italiane erano state ricoverate. Gli ospiti italiani presenti nel resort hanno trovato sistemazione in altre strutture italiane della località. Nel luglio di 2 anni fa un incendio simile aveva distrutto a Watamu un boutique hotel italiano, l‘Alawi, ed una serie di ville private. Complice il forte vento che soffiava dal mare, l’Alawi è bruciato in pochi minuti. Secondo testimonianze, una fiammata proveniente dalla cucina avrebbe attaccato il makuti e in pochi muniti la struttura avrebbe iniziato a bruciare senza possibilità di fermare l’incendio con gli estintori, attivati prontamente dallo staff.  Il fuoco poi si è propagato alla struttura retrostante, un altro bed & breakfast, il “Pole Pole” e ha proceduto fortunatamente verso l’interno e non in direzione laterale dove avrebbe potuto fare molti più danni.