La pensione anticipata, è la prestazione economica previdenziale più richiesta dai lavoratori. In molti sperano di poter lasciare il lavoro con condizioni previdenziali favorevoli.
D’altra parte, il futuro pensionistico non appare per nulla stabile, meglio andare in pensione prima e, possibilmente, senza troppi tagli, per cui non ci resta che rispolverare le norme per capire le varie differenze previdenziali, dividerle per opportunità e penalità.
Pensioni anticipate 2023
L’Ente nazionale di previdenza sociale contiene diverse formule pensionistiche accessibile se perfezionati i requisiti 42 o 41 anni e 10 mesi di contribuzione non è un requisito contributivo semplice da perfezionare.
Tuttavia, spesso per perfezionare il montante contributivo è sufficiente riscattare il percorso di studio, più conosciuto come il riscatto della laurea. In questo modo, si recuperano almeno 5 anni di contribuzione.
A dire il vero, molte formule previdenziali per il pensionamento anticipato prevedono la presenza di 35 anni di contributi effettivi
In altre parole, su 41 anni e 10 mesi di anzianità contributiva, almeno 35 anni di contributi deve risultare effettivi. In questo contesto, non rientra la contribuzione figurativa da malattia o disoccupazione.
A ogni modo, ricordiamo che la contribuzione figurativa è sempre utile al perfezionamento della pensione.
La pensione vecchiaia vincolata al trattamento minimo
La pensione di vecchiaia, è una prestazione economica previdenziale ottenibile al raggiungimento di 67 anni di età e 20 anni di contributi. Tuttavia, pochi parlano del vincolo legato alla maturazione del primo versamento contributivo se risulta successivo al 31 dicembre 1995.
A ogni modo, c’è chi ottiene la pensione di vecchiaia legata all’importo dell’assegno nella misura di 1,5 volte il trattamento minimo. Per questo, c’è chi va in pensione con un importo anche più basso di 750 euro mensili.
La norma è chiara coloro che non centrano quest’ultimo requisito non ottengono la pensione di vecchiaia a 67 anni, ma devono allungarsi a 71 anni.
Una condizione evitabile solo in un modo, ovvero riscattando una contribuzione figurativa ancor prima del 1996.
Pensione anticipata contributiva
Non è tutto, per la pensione anticipata contributiva cambiano nuovamente le regole.
Nel settore previdenziale l’evoluzione della norma lascia trapelare sempre molto stupore, per cui non sorprese se 20 anni di versamenti e 64 anni di età permettono l’accesso al pensionamento. Tuttavia, anche in questo caso esiste un paletto da rispettare e riguarda l’importo dell’assegno pensione pari a 2,8 volte il trattamento minimo.
E che dire i contributivi puri possono andare in pensione prima dei 67 anni di età con una pensione più alta, senza la necessità di riscattare una contribuzione figurativa.
Ricordiamo che lo status di contributivo puro viene attribuito a coloro che non possiedono alcuna anzianità contributiva maturata prima del 1996.
Quando è possibile andare in pensione anticipata?
I lavoratori usuranti possono utilizzare un canale preferenziale per la pensione anticipata. Non tutti i lavoratori (sanno) che svolgere un lavoro usurante nell’arco della carriera lavorativa può essere utile ai fini del pensionamento anticipato.
Sono tanti i casi di lavoratori impiegati in attività usuranti che poi hanno lasciato per altre tipologie di lavoro, ma che senza saperlo, possono avvalersi delle regole di pensionamento speciali.
Ipotizziamo la storia lavorativa di un operaio impiegato, per un determinato periodo di tempo, nella linea a catena a turni o notturni, può avvalersi delle regole previste per la pensione anticipata anche in un tempo successivo al lavoro usurante. In altre parole, il cambio di lavoro non influisce sul diritto alla pensione anticipata.
In pratica, si attiva la Quota 97,6 al raggiungimento di 61 e sette mesi di età con un’anzianità contributiva pari a 35 anni.
Oltretutto, resta attiva l’anticipo pensionistico Ape sociale, che permette ai lavoratori usuranti di anticipare l’uscita a 63 anni a fronte di 36 anni contributivi e, ad esempio, un lavoro svolto nel campo edile o altra tipologia esercitato almeno 7 anni su 10.