Meglio una pensione con soli 41 anni di contributi o la Quota 41 ibrida? La riforma pensioni è un argomento ancora in discussione privo di certezze. Un problema che pone il lavoratore nella condizione di scegliere al volo la prima formula pensionistica per cui matura i requisiti.
Costruire un futuro pensionistico stabile diventa sempre più difficile, una meta, quasi, irraggiungibile. La questione previdenziale, è sicuramente quella più complessa e nel gioco delle “priorità”, finisce in fondo alla lista.
Ad ogni modo, ritirarsi dal lavoro con soli 41 anni di contributi senza Quota 41 ibrida o Riforma pensioni, è ancora possibile. Essenzialmente, si tratta di una possibilità adatta a pochi. Ma c’è chi, può pensionarsi senza il limite anagrafico, quindi non deve necessariamente perfezionate il requisito di 62 anni previsto per la pensione Quota 41 ibrida.
In pensione con 41 anni di contributi senza Riforma pensione e Quota 41 ibrida
Non si tratta di una misura ex novo, ma bensì, esiste la possibilità di ritirarsi dal lavoro con soli 41 anni di contribuiti liberamente senza vincoli.
La pensione Quota 41 precoci, si basa sulla condizione lavorativa maturata prima dei 19 anni, a cui segue un anno di versamenti contribuitivi prima di tale età. Proprio come le altre misure assistenziali prevede la presenza di una delle tipologie inquadrate per i lavoratori fragili.
In sostanza, la prestazione economica previdenziale prevede una condizione contributiva pari a 41 anni, per i lavoratori precoci che hanno iniziato a maturare un montante contributivo prima dei 19 anni di età. E, ancora, la stessa misura può essere utilizzata per i dipendenti in forza al settore Difesa e Sicurezza.
Nel caso dei militari, la pensione anticipata Quota 41 non prevede alcuna limitazione dovuta per l’inizio dall’avvio al lavoro, per cui l’uscita anticipata è condizionata dalla sola presenza dei 41 anni di contribuzione.
Quando si può andare in pensione con 41 anni di contributi?
La misura Quota 41 precoci, è una prestazione economica previdenziale trattata diverse volte e in più occasioni dagli esponenti politici e dalle parti sociali. D’altra parte, la pensione Quota 41 ibrida permette di ritirarsi dal lavoro con 41 anni di contributi, se il lavoratore ha raggiunto 62 anni di età, senza la presenza di altre condizioni.
Nessuno ne parla oggi o, meglio, non viene posta molta attenzione alla pensione precoci. Non tutti sanno dell’esistenza del primo requisito indispensabile per la pensione, ovvero dei 12 mesi di contribuzione maturati prima dei 19 anni di età.
Alla luce di queste considerazioni, la Riforma pensioni servirebbe a poco o niente. Infatti, i lavoratori precoci possono utilizzare una corsia preferenziale per allontanarsi dal lavoro, se soddisfano anche altri requisiti, tra cui:
- disoccupazione;
- invalidità dal 74%;
- caregiver;
- operaio o dipendente impiegati in attività gravose e/o usuranti.
Come e quando fare la domanda per la pensione Quota 41?
Il 1° marzo 2023 scade la domanda per il pensionamento Quota 41. Le domande tardive vengono accolte con riserva. La norma non prevede l’interruzione del rapporto di lavoro in concomitanza della presentazione dell’istanza. Se il richiedente soddisfa i requisiti viene concesso il trattamento economico previdenziale.
L’Ente nazionale della previdenza sociale liquida la pensione Quota 41 precoci sia con il sistema contributivo che retributivo o misto. La pensione anticipata non è vincolata a una sola modalità di calcolo, come avviene per altri trattamenti, per cui sotto questo aspetto non è penalizzante.
Piuttosto, se il lavoratore ha maturato un numero considerevole di contribuzione nel sistema retributivo, diventa una pensionamento molto vantaggioso con un assegno più alto, rispetto alla decurtazione prevista con il sistema contributivo.
A ogni modo, esiste una finestra mobile di 3 mesi con decorrenza dal perfezionamento del criterio contributivo.