Il Partito Democratico, con il suo rinnovamento e l’affermazione di Elly Schlein quale più giovane segretaria dem della storia non è passata inosservata anche a chi del PD è stato un segretario giovane ma anche un leader indiscusso. Parliamo di Matteo Renzi: il fondatore di Italia Viva infatti, attraverso la sua enews, parla apertamente di quanto è accaduto nel suo ex partito.

Renzi sul PD: “Un partito di sinistra-sinistra”

La vittoria di Elly Schlein alle primarie del PD cambia la politica italiana – esordisce il senatore toscano – Il PD diventa un partito di sinistra-sinistra che compete direttamente con il Movimento Cinque Stelle e assorbe i partitini di sinistra radicale. A questo nuovo PD che parla un linguaggio diverso sul reddito di cittadinanza, sul nucleare, sulla politica estera, sulle tasse – prosegue Renzi – non possiamo che augurare buon lavoro con il rispetto di chi vede finalmente chiarito che ci sono due strade diverse. Strade diverse che potrebbero interessare anche le anime del Nazareno, diviso e a rischio perpetuo di una scissione che sembra sempre sul punto di avvenire ed invece poi si rimane tutti uniti”.

La caccia ai voti del PD: da IV a M5S

Eppure, mai come oggi, il nome e il nuovo incarico di Elly Schlein significa riportare tante tensioni nel campo del primo partito di opposizione. Tensioni che ripartono dalla differenza di voto espressa dagli iscritti prima – compatti a favore di Stefano Bonaccini – e quello dei gazebo, che ha premiato invece la segretaria. Tensioni che potrebbero tramutarsi in vere e proprie transumanze: di voti, di persone, di idee, di parlamentari. Checché lo stesso interessato cerchi di fare spallucce, per Matteo Renzi la sfida è questa: cercare di attrarre l’area più riformista di centro (e i voti) e lontana dal progressismo estremo verso un progetto che riguarda da vicino il tandem dello stesso leader di Italia Viva e Carlo Calenda, il cui lavoro per la fusione in un partito unico sembra questione di tempo. E nel Pd, nell’epoca in cui si tenta di ricucire e riaccogliere i fuoriusciti del 2017, quando Pier Luigi Bersani, Roberto Speranza diedero vita ad Articolo 1, i primi – nuovi – saluti di commiato già si vedono. A cominciare dall’ex ministro dell’Istruzione Giuseppe Fioroni, il primo a salutare i nuovi Dem.