Alfredo Cospito resta al 41bis, lo ha stabilito la Cassazione, e gli anarchici annunciano sabato a Torino un corteo di lotta e solidarietà. Una manifestazione che chiama a raccolta “compagni” da ogni parte d’Europa.
“Gli anarchici sono oggi la minaccia più concreta in Italia”
La minaccia anarco-insurrezionalista è quella “più concreta e vitale” per la sicurezza interna. La Relazione annuale dei servizi segreti italiani presentata nella sede di piazza Dante a Roma è dedicata in buona parte dal conflitto tra Russia e Ucraina e dai flussi migratori con i connessi rischi legati all’estremismo islamico. Ma il caso Cospito, precisa l’intelligence, ha dato il via “ad una veemente mobilitazione, sostenuta e animata da numerose sigle, italiane ed estere che si rifanno, per metodiche operative, alla parabola eversivo-terroristica della FAI/FRI“. Si tratta della Federazione anarchica informale–Fronte rivoluzionario internazionale. Organizzazione che, con 31 attentati nel 2022, torna a preoccupare l’Italia.
Tra tutti i movimenti “anti sistema”, chiariscono i vertici di Aisi, Aise Dis e Copasir, quello anarchico segue due direttrici principali: l’antimilitarismo e la lotta alla “repressione”, che hanno registrato nuovo slancio in relazione alla battaglia contro il 41bis portata avanti da più di 120 giorni, attraverso uno sciopero della fame, dal detenuto nel carcere di Opera.
Cospito, la difesa valuta ricorso a Corte europea diritti dell’uomo
Secondo fondi giudiziarie e ospedaliere lo stato di salute di Alfredo Cospito sembra non destare particolare preoccupazione ma “La lotta non finisce“: con questo slogan gli anarchici hanno infatti lanciato, attraverso i siti di area, una mobilitazione internazionale per un corteo a Torino, sabato prossimo. I legali del leader valutano intanto il ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo, dopo il rigetto della richiesta di revisione del regime di carcere duro arrivato anche dalla Cassazione.
Fronte anarchico, destra radicale, jihad, cyber sicurezza ma anche cambiamenti climatici: sono tanti i fronti contro i quali è impegnata l’intelligence italiana nel garantire la sicurezza nazionale. Un’unica sfida quale comune denominatore: giocare d’anticipo come ha sottolineato il direttore del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza, Elisabetta Belloni.