Accordo Irlanda del Nord voto. È stato un momento di sorrisi e strette di mano, quello della firma dell’integrazione del Protocollo sull’Irlanda del Nord tra Regno Unito e Unione europea. Era presente la presidente della Commissione Ursula Von der Leyen e il premier britannico Rishi Sunak, ma dietro l’entusiasmo si nascondono numerose insidie: per rendere effettiva l’intesa, devono essere convinti anche i politici nordirlandesi, che dovranno esprimersi al parlamento di Westminster nelle prossime settimane.
Accordo Irlanda del Nord, il nodo del voto di Westminster
Il passaggio a Westminster è fondamentale, lo sa bene il Primo Ministro Rishi Sunak, che è volato a Belfast per convincere gli indipendentisti del Democratic Unionist Party (Dup) dell’efficacia dell’intesa. Questi hanno infatti riconosciuto come siano stati compiuti alcuni parziali progressi, senza respingere come in passato il Piano, ma hanno anche sottolineato come alcune preoccupazioni persistano ancora. Così Sunak ha parlato del protocollo davanti ad alcuni lavoratori dicendo che aprirà grandi opportunità per l’Irlanda del Nord, che “si trova in una posizione privilegiata e unica al mondo, parte sia del mercato interno del Regno Unito che del mercato unico delle merci dell’UE”.
La revisione in tre punti
In sintesi la revisione si basa su tre punti:
- Non ci saranno controlli doganali per le merci provenienti dalla Gran Bretagna e destinate all’Irlanda del Nord, che saranno spostate su una corsia preferenziale definita “verde”, mentre quelle dirette verso la Repubblica d’Irlanda transiteranno invece in una “corsia rossa”.
- I farmaci, sia già in commercio che futuri, se approvati dall’ente di regolamentazione britannico potranno essere venduti in Irlanda del Nord
- Il terzo punto è la tutela della sovranità dell’Irlanda del Nord, che avrà il diritto di bloccare le regole Ue
Sunak: “L’accordo salvaguarda la sovranità del popolo nordirlandese”
“L’accordo quadro di Windsor tutela l’Irlanda del Nord e salvaguarda la sovranità del popolo nordirlandese” aveva detto poco dopo la firma il primo ministro Rishi Sunak, ma il leader dei Democratic Unionist Party (Dup) Jeffrey Donaldson preferisce per ora prendere tempo. Non è l’unica questione però che rischia di far naufragare l’intesa. La maggioranza che sostiene Sunak non è molto diversa da quella che sostenne Boris Johnson quando nel 2020 firmò l’intesa appena modificata, né molto diversa da quella che portò al Referendum sulla Brexit.