Grandi scossoni in seguito alla vittoria di Elly Schlein alle primarie del Pd. Ma molti di questi scossoni, dicono fonti interne, non hanno motivo di esistere. Peppe Provenzano, ex Vicesegretario del partito ed oggi nome molto vicino all’area della neosegretaria, ha fatto chiarezza sulla questione relativa alla guerra in Ucraina:
Non c’è niente da spiegare. Il Pd ha votato tutti i decreti per l’invio delle armi in Ucraina e lo ha fatto anche Schlein. Chi solleva questo tema lo fa più che altro per questioni interne al partito, per mettere un po’ di polemica in questa fase.
Il riferimento di Provenzano è ai timori, diffusisi tanto tra le forze di maggioranza quanto tra quelle di opposizione, di un cambio di linea sul fronte dell’assistenza a Kiev nell’ambito della guerra di resistenza contro la Russia di Putin. Schlein, infatti, ha nel tempo palesato una visione leggermente diversa da quella impartita dall’ex Segretario Enrico Letta. Qualcosa di più vicino alla posizione del Movimento 5 Stelle di Giuseppe Conte. Ma non c’è niente da temere. Alle parole di Provenzano, su questo, si aggiungono quelle di un’altra fonte dell’AGI, un dirigente di lungo corso del Pd:
Bisogna tenere presente che l’Italia è collocata in una alleanza internazionale, non è che si decide di stare o non stare nella Nato. Tra l’altro, il nostro Paese non è il primo della classe nella fornitura di armi all’Ucraina. C’è chi fa più di noi. La posizione di Elly Schlein rimane, quindi, quella ribadita più volte durante la campagna congressuale: andare avanti senza tentennamenti nel sostegno a Kiev agendo, parallelamente, per favorire una soluzione diplomatica. È l’Europa, semmai, che non sta facendo abbastanza. Su questo, come Italia e come Europa non possiamo fare una spinta al processo di pace. Il ragionamento è che pronunciare la parola ‘pace’ non significa dire ‘abbandoniamo gli ucraini a loro stessi e laviamocene le mani’. Significa avere la pace come obiettivo primario.
Guerra in Ucraina, Schlein non cambia la linea del Pd (la Segretaria ha origini ucraine)
Ad avvalorare l’interpretazione fornita dall’harem di Schlein viene aggiunto un fatto personale della Segretaria del Pd: “La famiglia paterna di Elly – riferiscono queste fonti all’AGI -ha origini ucraine. Il suo bisnonno veniva da un villaggio vicino Leopoli. Da lì è emigrato negli Stati Uniti”. Quegli Stati Uniti in cui ha vissuto la stessa Elly Schlein, di cui ha ancora la cittadinanza. La Segretaria ha vissuto negli states durante le campagne di Barack Obama a cui partecipò come volontaria. Anche per formazione e per esperienza curriculare, quindi, non dovrebbero sussistere dubbi sull’atlantismo della nuova segretaria del Pd.
Faccia a faccia con i bonacciniani
Ci sono molti motivi per cui non c’è da dubitare sul fatto che il Partito Democratico continuerà a tenere dritta la barra sul sostegno a Kiev. È questa la sintesi emersa in seno al faccia a faccia odierno, tenutosi davanti all’ingresso dell’Aula della Camera, tra Elly Schlein ed i sostenitori della sua mozione. Tra i quali vi sono, evidentemente, i futuri membri della segreteria dem. Sempre qui, la segretaria, si è trattenuta con alcuni membri della mozione Bonaccini. Particolarmente lungo è stato il faccia a faccia di Schlein con Lia Quartapelle, già responsabile Affari Esteri e Comunitari della segreteria Letta. Quartapelle è stata tra le sostenitrici di Bonaccini ed è in prima fila nel chiedere che il partito prenda una posizione netta di sostegno a Kiev. Con Quartapelle hanno presenziato, per salute la nuova segretaria, altri profili vicini a Bonaccini: Piero De Luca, Marianna Madia, Rachele Scarpa, Anna Ascani. La segretaria – riporta l’AGI – sorride e concede calorosi abbracci a tutti.