Correre in montagna? E’ un attività sempre più consigliata dai medici e dai nutrizionisti. Salvo casi specifici, che è bene sempre approfondire, infatti, la pendenza impone un allenamento maggiormente impegnativo all’atleta ma graduale e, soprattutto, controbilanciato dalla purezza dell’ossigeno che viene preso a pieni polmoni durante il training. Tutto questo mentre gli occhi “godono” di scenari unici che riempiono il cuore. D’altronde lo sanno bene gli appassionati di escursioni che fino ad ora si sono goduti mountainbike, arrampicata, bird watching e corsa a passo lento. In questo caso non è richiesta una particolare muscolatura ma solo il desiderio di fare pace col Pianeta Terra. Ecco perché non si tratta più solo di qualcosa che riguarda i non professionisti. Esistono ormai delle vere e proprie gare e dei veri e propri circuiti. Vediamo di cosa si tratta.

Correre in montagna, il professionismo

L’attività sui sentieri, per le sue caratteristiche, si presta ad essere la partenza per allenarsi in questo campo. Lo dimostra il fatto che si organizzano tante partenze a cronometro e non in linea, competizioni senza pubblico, con rispetto permanente della distanza interpersonale e l’utilizzo di dispositivi di protezione in ogni momento pre e post competizione. Il Covid sembra essere in un’altra fase ma la prudenza non è mai troppa. Se siete curiosi di mettervi alla prova in questa sfida, ecco qual è l’appuntamento più noto.

Si tratta del Trofeo Ciolo, a Gagliano del Capo (Lecce), che si snoda su un nuovo tracciato di circa 4,5 chilometri dal mare alla collina, ideale per far abituare il fisico a questo genere di competizione. Giunto alla decima edizione viene ormai considerato di prima fascia come la WMRA Youth Cup del 2017 e i Mondiali master di corsa in montagna del 2019. Anche in Abruzzo è possibile praticare questa attività con l’Alba Virtual Trail, manifestazione regionale di 10,8 km ad Antrosano (L’Aquila) in tre giorni (26-27-28 giugno) con partenze distanziate e rilevamento della prestazione tramite rilevamento satellitare.

La programmazione

Chi è davvero intenzionato a correre in montagna deve sapere che è disponibile in Rete la nuova programmazione delle rassegne tricolori “Off Road” che è stata così definita nell’ultima riunione del consiglio federale:

“Si partirà con il settore giovanile dal Fletta Trail di Malonno (Brescia) che il prossimo primo agosto metterà in palio i titoli delle staffette cadette e allievi, valide inoltre come prima prova dei Societari di categoria. Approdano invece a Susa (Torino) i campionati giovanili individuali e il campionato cadetti per regioni, abbinati agli Assoluti nel weekend del 22-23 agosto che, alla luce dell’annullamento della prima prova, diventeranno gara unica per l’assegnazione dei titoli italiani. Tre invece gli eventi tricolori in autunno: lunghe distanze in occasione del Trofeo Nasego di Casto (Brescia) il 4 ottobre, poi il chilometro verticale a Chiavenna (Sondrio) una settimana più tardi (11 ottobre) per chiudere con le staffette assolute, juniores e master nel Trofeo Vanoni del 25 ottobre a Morbegno (Sondrio).”

Correre in montagna, l’attrezzatura

Se la corsa deve parte del suo successo al fatto che non richieda attrezzatura costosa come in altri sport, va detto che la sua declinazione ad alta quota richiede una maggiore cura. E’ bene scegliere le giuste scarpe per correre in montagna che siano impermeabili in caso di improvvise precipitazioni e con la suola zigrinata per garantire un attrito corretto durante la performance. Non solo. Il blog di settore MountaiNow consiglia anche altro:

“Se vi apprestate a correre in montagna, non dimenticatevi di vestirvi a strati per contrastare i rapidi e costanti cambi di temperatura ad alta quota e di prevedere una o più borracce per restare costantemente idratati e dei piccoli snack con cui rinfrancare il fisico tra una tappa e l’altra. L’attività ad alta quota, infatti, stanca maggiormente per via dell’aria maggiormente rarefatta.”

Non è più raro imbattersi in gruppi di atleti che si allenano sulle Alpi e sugli Appennini. Reazione anche normale dopo la grande paura del primo grande lockdown del 2020 che ha fatto riscoprire a tante persone l’importanza di vivere all’aria aperta e di dare al proprio corpo il contatto con la natura. Forse anche per questa ragione le vacanze in montagna per l’estate 2023 sono già in rapido esaurimento.