L’assegno di accompagnamento spetta in automatico? Cosa dice la legge 104 articolo 3 comma 3 sul diritto d’ufficio dell’accompagnamento? La disabilità grave fa scattare subito l’accompagno? Cosa devo fare per avere l’accompagnamento? In questo articolo vedremo insieme le domande più frequenti e relative risposte sulla legge quadro 104 articolo 3 comma 3 e l’assegno di accompagnamento.
La tutela delle persone anziani e disabili, è uno degli argomenti centrali della vita dei cittadini strettamente collegata al diritto all’assistenza e al riconoscimento di una prestazione economica previdenziale. Il tema della disabilità non sempre viene affrontato su un piano di centralità e siamo lontani anni luce dalla costituzione di una società che non lascia indietro nessuno.
Legge 104 art. 3 comma 3: le regole sull’assegno di accompagnamento
Essenzialmente alla persona disabile in condizioni di gravità, secondo i dettami della legge 104 articolo 3, comma 3, non spetta l’accompagnamento automatico, anche in presenza del riconoscimento dello stato grave di invalidità.
Tale condizione non da diritto all’assegno di accompagnamento immediato, quindi nessun riconoscimento dell’indennità d’ufficio.
Per avere l’assegno di accompagnamento, occorre rispettare la procedura per il riconoscimento del diritto. Un beneficio economico che non arriva subito. La tempistica legata al rilascio non è delle più facili, anzi potrebbe ulteriormente allungarsi, mettendo in conto la procedura ferruginosa che prevede la visita medica coordinata dalla commissione medica ASL – INPS.
Il tutto per convalidare il peggioramento di una situazione, magari già presunta nella prima fase del rilascio dello stato grave di invalidità.
Chi ha la 104 comma 3 ha diritto all’accompagnamento?
Nella normativa non è contemplato l’erogazione automatica dell’accompagno, per cui anche in presenza di una disabilità grave legge 104, articolo 3 comma 3, è necessario presentare la richiesta del riconoscimento in capo all’organo che ha emesso il grado di disabilità.
Per assurdo, la norma non cambia neanche se nell’emettere lo stato di disabilità viene presunto l’aggravamento delle condizioni.
Per ottenere l’assegno di accompagnamento è necessario ripeter l’iter burocratico eseguito per l’identificazione della disabilità.
Quando si ha diritto all’assegno di accompagnamento?
Tutte le persone in possesso dei requisiti sanitari possono richiedere l’assegno di accompagnamento, senza il vincolo reddituale.
Come spiegato innanzi, la Commissione medica sarà chiamata per valutare lo stato di gravità della disabilità.
Nello specifico, come riportato dall’INPS, si ha diritto all’assegno di accompagnamento in presenza di più condizioni, tra cui:
- inabilità totale e permanente (100%);
- impossibilità a deambulare autonomamente senza l’aiuto permanente di un accompagnatore;
- impossibilità a compiere autonomamente gli atti quotidiani della vita senza un’assistenza continua;
- residenza stabile e abituale sul territorio nazionale;
- cittadinanza italiana;
- per i cittadini stranieri comunitari: iscrizione all’anagrafe del comune di residenza;
- per i cittadini stranieri extracomunitari: permesso di soggiorno di almeno un anno (art. 41 TU immigrazione);
- residenza stabile e abituale sul territorio nazionale.
Quanto prende un accompagnatore 104?
Per il 2023 l’Ente nazionale della previdenza sociale riconosce agli aventi diritto, un assegno per 12 mensilità dell’importo massimo di 527,16 euro.
Dal 1° gennaio 2023 la cifra totale corrisponde all’importo pari a 6.325,92 euro. Il beneficio non comprende la tredicesima, non è soggetto a variazioni reddituali.
Vediamo cosa significa legge 104 come cambia la normativa dal punto di vista del comma 1 e 3 dell’articolo 3.
La matrice del testo risale al 1992, epoca in cui è stata inserita nella vita delle persone la legge 104, per l’uguaglianza dei cittadini, assicurando l’integrazione e l’assistenza della disabilità grave per le persone affette da handicap.
Coloro che assistono possono richiedere diverse agevolazioni sia in ambito lavorativo che fiscale.
Ma, al di là dell’aspetto assistenziale esiste un diverso di inquadramento di handicap, con altrettante tipologie di agevolazioni.
L’articolo 3 comma 1 della legge 104, recita:
“È persona handicappata colui che presenta una minorazione fisica, psichica o sensoriale, stabilizzata o progressiva, che è causa di difficoltà di apprendimento, di relazione o di integrazione lavorativa e tale da determinare un processo di svantaggio sociale o di emarginazione”.
Mentre, il comma 3, recita:
“Qualora la minorazione, singola o plurima, abbia ridotto l’autonomia personale, correlata all’età, in modo da rendere necessario un intervento assistenziale permanente, continuativo e globale nella sfera individuale o in quella di relazione, la situazione assume connotazione di gravità. Le situazioni riconosciute di gravità determinano priorità nei programmi e negli interventi dei servizi pubblici”.