Bebe Vio malattia. Una diagnosi sbagliata ha portato all’amputazione di braccia e gambe di una donna di Terni che grazie all’aiuto di Bebe Vio, oggi è tornata a vivere una vita normale. Le avevano diagnosticato un tumore ma si è trattato di un errore.
Bebe Vio malattia, braccia e gambe amputate per errore
La vittima della storia si chiama Anna Leonori, una donna di 46 anni di Terni, madre di due ragazzi che quattro anni fa le è stato diagnosticato per sbaglio un tumore per cui le sono state amputate braccia e gambe. Un episodio incredibile e quasi surreale, oggi arrivato a processo dopo un lungo calvario. “Sono stata costretta a rivivere il mio calvario, a sottopormi a una visita di fronte ad una quindicina di periti. Tutto questo in attesa di avere giustizia per i danni che ho subito. La cosa che mi addolora è che l’ospedale di Terni, la mia città, in tutti questi anni non mi ha neppure chiamato a visita – poi ancora – I periti concluderanno il loro lavoro a giugno. Non so come andrà a finire questa fase ma so con certezza che non si libereranno di me in alcun modo. Se sarà necessario affronterò anche il processo”. Così ha spiegato la diretta interessata sottoposta al tribunale civile nell’ambito dell’accertamento tecnico preventivo.
Si è trattato senza dubbio di un errore medico, dato che il tumore non è mai esistito: era solo un’infezione. Attualmente, sta vivendo una vita da disabile con tutte le difficoltà del caso, senza mai tirarsi indietro soprattutto per amore della sua famiglia che l’ha sempre supportata e sostenuta in questa lunga battaglia.
“La cosa che mi addolora è che l’ospedale di Terni, la mia città, in tutti questi anni non mi ha neppure chiamato a visita”. Così ha spiegato la Leonori non appena ha terminato la visita medica disposta dal tribunale civile. Sarà il collegio peritale a pronunciarsi sui danni patiti da Anna. E sono proprio gli ospedali di “Santa Maria” di Terni, il Regina Elena di Roma e l’Ausl Romagna ad essere stati chiamati in causa. Della pratica se ne sta occupando l’avvocata Francesca Abbati che ha inoltrato una richiesta di apertura di sinistro per il risarcimento del danno patito dalla donna, madre di due ragazzi di 13 e 17 anni. La procedura inizialmente non ha avuto esito, così l’Abbati e la collega Simona Leonelli non hanno perso occasione e si sono rivolte al tribunale civile.
Bebe Vio offre le sue protesi
Bebe Vio è stata fondamentale in questa situazione dato che da un anno è accanto alla donna, dandole consigli. Inoltre, la campionessa le ha donato le protesi di nuova generazione acquistate grazie a tante persone di buon cuore. Nel 2019 è avvenuto il loro primo incontro che la donna ha definito decisivo. “Ha segnato tutto il mio percorso, grazie Bebe Vio”. Ha aggiunto.
“Imparerai a spostarti da un posto all’altro e nelle valigie avrai solo protesi. Farai una vita che si avvicina il più possibile alla normalità” ha affermato Bebe Vio che a causa di una malattia ha dovuto cambiare vita, ma non si è mai persa d’animo. Era il 2008 quando alla campionessa di scherma le è stata diagnosticata una meningite che l’ha messa a dura prova, le sono stati amputati gli arti, ma l’ha resa ancora più coraggiosa. Oggi, è una giovane atleta paraolimpica che con grinta, determinazione e tanta forza è riuscita a superare i suoi limiti.
Ultimamente è stata costretta a fermarsi per sottoporsi ad altri interventi, ma ha riferito di essere pronta a tornare in pista più carica che mai. Il suo obiettivo sono le Paralimpiadi di Parigi del 2024.