Il ministro Matteo Piantedosi prova a gettare acqua sul fuoco delle polemiche generate dalle sue parole sul naufragio di Cutro. Il titolare del Viminale è tornato sulle frasi pronunciate a poche ore dalla tragedia: “La disperazione non può mai giustificare condizioni di viaggio che mettono in pericolo le vite dei propri figli”, aveva detto.
Io penso che il messaggio debba essere chiaro: chi scappa da una guerra non deve affidarsi a scafisti senza scrupoli, devono essere politiche responsabili e solidali degli Stati ad offrire la via di uscita al loro dramma.
Nella sua intervista al Corriere della Sera, Piantedosi ha inoltre precisato di essere andato “subito sul luogo della tragedia per testimoniare il cordoglio per le vittime e la vicinanza ai superstiti a nome mio e di tutto il governo”.
Piantedosi sul naufragio di Cutro: “Nessun legame con le nuove regole”
Il ministro dell’Interno ha preso le distanze da chi sostiene l’esistenza di un legame tra le nuove regole sugli sbarchi e l’ultima tragedia, che ha causato la morte di almeno 64 persone. Secondo Piantedosi, non vi è traccia di “alcun legame tra le nuove regole e il possibile aumento di morti in mare”: nella rotta presidiata dalle Ong “non si è verificato alcun evento” che non sia stato “adeguatamente fronteggiato” da capitaneria e guardia di finanza.
Per occuparci concretamente della disperazione delle persone, e non a chiacchiere, così anche da evitare simili naufragi, ci siamo mossi sin dal nostro insediamento intensificando i corridoi umanitari con numeri (617 persone) che mai si erano registrati in un così breve lasso di tempo. In soli due mesi abbiamo anche approvato il decreto flussi che consentirà l’ingresso regolare di 83mila persone.
Nel difendere le scelte di governo, insomma, il capo del Viminale ribadisce come non vi sia stato “alcun ritardo”.
Ho presieduto la riunione a Crotone e so che sono stati fatti tutti gli sforzi possibili in condizioni del mare assolutamente proibitive. Per questo voglio ringraziare il personale che, mettendo a rischio la propria vita, interviene quotidianamente per salvare i migranti in difficoltà su barchini alla deriva e che navigano in condizioni di grave pericolo. È estremamente offensivo anche solo adombrare che abbiano derogato agli obblighi e alla innata vocazione.
Piantedosi incontra il ministro francese Darmanin: “Condiviso propositi e progetti di lavoro congiunto”
Nel frattempo, Piantedosi ha incontrato a Parigi il suo omologo francese Gérald Darmanin: sul tavolo c’era proprio il tema dei migranti, dopo il risalto mediatico della vicenda di Cutro. Il ministro dell’Interno del governo Meloni che ha fatto sapere di aver condiviso con l’autorità francese “propositi e progetti di lavoro congiunto molto interessanti, fino a immaginare missioni congiunte in Paesi di fondamentale importanza come Tunisia e Libia”.
Dal canto suo, Darmanin ha affidato a Twitter le proprie considerazioni dopo il faccia a faccia con Piantedosi.
È essenziale che le discussioni europee accelerino affinché i flussi migratori siano controllati meglio. Il dramma avvenuto domenica al largo dell’Italia sottolinea l’urgenza di una soluzione.
Sulla vicenda, intanto, è intervenuto anche il segretario generale Onu Antonio Guterres.
Finché le bande criminali controlleranno le rotte migratorie, le persone continueranno a morire. Abbiamo bisogno di percorsi sicuri, ordinati e legali per migranti e rifugiati. Dobbiamo fare tutto il possibile per prevenire la perdita di vite umane fornendo ricerca, soccorso e assistenza medica, come imperativo umanitario e come obbligo morale e legale.