Si è concluso a Parigi, presso l’Hotel de Beauvau, sede del ministero dell’Interno francese, un incontro bilaterale tra il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e il suo omologo Gérald Darmanin, a cui è seguito un punto stampa nella sede dell’ambasciata italiana in Francia. Al centro della discussione l’immigrazione, tema tornato in auge nelle scorse ore per via di quanto accaduto a Cutro. Il governo italiano, infatti, torna a ricalcare il frame dell’immigrazione pericolosa favorita dagli scafisti che per il loro tornaconto mettono in pericolo vite innocenti. Proprio Piantedosi, che ha preso parola nelle scorse ore, è stato ricoperto di critiche dalle opposizioni tutte. “La disperazione non giustifica i viaggi pericolosi” la frase di Piantesodi che, più di ogni altra, ha attizzato l’ira delle opposizioni che trovano sintesi in un messaggio a più voci: “Ministro, vergognati”.
Piantedosi da Parigi: “No a strumentalizzazione delle tragedie”
È stata messa in discussione – ha detto il Ministro Piantedosi – la posizione del governo e mia, in particolare, sul dire che le partenze andrebbero fermate quasi come se invece altri volessero imporre la rassegnazione di arrivi incontrollati. Ecco, se questo viene messo in connessione alla disperazione delle partenze, voglio segnalare che questo è un governo che sin dal suo insediamento ha fatto delle cose concrete nella considerazione della reale disperazione delle persone.
Così Matteo Piantedosi che poi ha ricordato la realizzazione di “corridoi umanitari già per 617 persone: un numero che se preso in proporzione ai mesi in cui siamo in carica non ha eguali e precedenti almeno nei passati dieci anni”. Insomma, il Ministro dell’Interno tutela la bontà del suo governo. E, sempre sui corrido umanitari, ricorda che:
Abbiamo fatto dei provvedimenti, ha continuato, rinnovato accordi sui corridoi umanitari con istituzioni come Sant’Egidio, le chiese evangeliche per rinnovarli, rilanciarli e ampliarli. Abbiamo fatto in due mesi un decreto flussi con 83mila quote concesse sui flussi regolari. Quindi abbiamo dato dimostrazione concreta di volerci, noi sì, veramente, concretamente e realmente attestarci, non su parole vuote, ma su quella che è la considerazione della disperazione e del bisogno delle persone.Se lanciamo un appello mondiale, e lo ribadisco, nel dire ‘fermatevi, vi veniamo a prendere noi’ è perché riteniamo che la commistione delle partenze tra chi è realmente disperato e chi non lo è, e che arriva per altri motivi, fa sì che accadano queste tragedie” ha concluso il ministro sostenendo che “la speculazione che si fa sull’uso di certe parole, che vengono decontestualizzate, lo trovo puerile e molto limitato per chi esprime questo tipo di polemiche.
Piantedosi ribalta, quindi, l’impostazione delle opposizioni e le critica di speculare sulle tragedie per alimentare la propria propaganda. Su questo aggiunge:
Credo che tragedie come queste impongano un grande rispetto nei confronti delle vittime, una postura e delle scelte verbali adeguate da parte di chiunque, da parte soprattutto di chi ha incarichi di governo a partire dal sottoscritto. Però trovo vergognoso che esista un livello così alto di strumentalizzazione di tragedie così grandi per mettere in discussione quelli che sono poi dei principi di cui si potrebbe poter discutere liberamente.
I rapporti con la Francia
Ma il summit odierno aveva come obiettivo principale quello di rinforzare l’asse con Parigi. Piantesodi, come riporta l’AGI, ha detto che i colloqui con il Ministro francese Gérald Darmanin:
Sono stati molto positivi. Ho potuto riscontrare che c’è anche da parte francese la volontà di lavorare con l’Italia su versanti di comune interesse, come la prosecuzione e il rafforzamento della nostra cooperazione di polizia, e i temi migratori.
In conclusione ha aggiunto:
Abbiamo condiviso propositi e progetti di lavoro molto interessanti, tra i quali missioni congiunte in Paesi che sono di fondamentale importanza, come Tunisia e Libia. Questo per restituire la visibilità di un’azione e quindi di posizioni comuni tra Italia e Francia, ma anche con le altre componenti importanti del contesto europeo.