Sciopero 3 marzo. E’ previsto per il 3 marzo lo sciopero legato al clima e all’ambiente che prende il titolo di Friday for future e vedrà milioni di persone scendere nelle piazze di tutto il mondo a manifestare. Tante sono le rivendicazioni che gli iscritti al movimento fondato da Greta Thunberg riferiscono ai politici, alle classi dirigenti, ai governi e alle istituzioni a livello internazionale.

Sciopero 3 marzo dove

In ogni parte del mondo e in diverse parti d’Italia è stato confermato il Friday for future, lo sciopero sul clima. A Genova, per esempio, avrà luogo alle 9 in piazza Principe, all’uscita della metropolitana, e proseguirà lungo le strade cittadine e arrivare in piazza Matteotti verso le 12,30. Per l’occasione è prevista una manifestazione non violenta e apartitica da parte degli studenti. Sono ancora da confermare le iniziative in alcune città italiane ma non tarderanno ad arrivare i dettagli al riguardo.

Ordine del giorno

I temi centrali dello sciopero sono l’analisi drammatica delle conseguenze della guerra, al riguardo i rappresentanti di FFF: “Le città diventano sempre più invivibili, con temperature estreme e stili di vita non consoni a una vita basata sul benessere personale e collettivo. Nei mesi successivi alla guerra, le grandi compagnie del fossile abbiano innalzato alle stelle i loro ricavi a causa della guerra e del rincaro dei prezzi”. Inoltre, si fa riferimento al fatto che non ci sia il giusto sostegno da parte dei rappresentanti della classe dirigente che sembra ignorare o non affrontare un problema palese.

Si lancia quindi un appello ai governi di tutto il mondo con l’obiettivo che si avvicinino a nuovi modi di pensare e si impegnino in attività di innovazione con sistemi diversi per un futuro migliore.

Possiamo – si legge nel comunicato ufficiale che annuncia la manifestazione globale – ridirezionare le risorse per assicurare alle persone una vita più dignitosa, un’esistenza serena e appagante, piena di stimoli, di sogni e di speranze. Portiamo avanti le nostre rivendicazioni, che sono la nostra energia che sempre si rinnovano”.

Poi ancora, si sottolinea l’urgenza che i profitti delle grandi aziende del fossile, nate con lo scopo di alimentare le tasche degli azionisti, sostengano i servizi nelle città e i trasporti rinnovabili, sostenibili e capillari. Inoltre, i rappresentanti FFF fanno riferimento a CERS, comunità energetiche rinnovabili solidali, finanziate pubblicamente per mezzo dei comuni, ma gestite dai cittadini, attraverso associazioni o cooperative, che vorrebbero fare emergere diversi benefici.

“Anche la decarbonizzazione deve restare il pilastro della crescita e della ripresa post-Covid, chiedono gli organizzatori dello sciopero, e l’efficienza energetica si qualifica come uno dei settori ideali per la ripresa economica e la decarbonizzazione. Per sbloccare il processo di efficientamento e l’impiego delle risorse da recovery fund, sono prioritari i segmenti dell’edilizia scolastica e dell’edilizia residenziale pubblica, le case popolari. Il patrimonio edilizio è il maggiore consumatore unico di energia in Italia, con il 45% del consumo di energia finale e il 39% delle emissioni di gas a effetto serra”. Si legge.

La richiesta

Senza filtri e con tanta voglia di cambiare il futuro, il gruppo FFF ha una richiesta ben precisa: “La crisi climatica è arrivata nelle nostre città, dobbiamo gridare nelle piazze di tutto il mondo che l’azione per la giustizia climatica non è rimandabile” – affermano i rappresentanti – Nel 2022 in Italia si sono verificati 310 eventi estremi, per la maggior parte siccità, grandinate, trombe d’aria e alluvioni. Sono morte 29 persone a causa dei disastri ambientali. Quella del 2022 è stata l’estate più calda della storia Europea, che nel sud Italia ha fatto registrare temperature record”. E’ quindi fondamentale cambiare atteggiamento nei confronti dell’ambiente e della natura che ci circonda.