All’occhio social e politico più attento non è sfuggita la formazione di parlamentari del Movimento 5 Stelle (M5s) che si sono congratulati con Elly Schlein per la sua elezioni al nuovo segretario del Pd. Non sono infatti mancate insinuazioni sul ruolo che il partito grillino avrebbe avuto nel sovvertire un risultato oggettivamente inatteso e in netto contrasto con il parere espresso dagli iscritti.

Se si esclude Giuseppe Conte, in un elogio da leader a leader, sono infatti diversi i parlamentari che hanno espresso positiva solidarietà nei confronti dell’ex (da oggi) vicegovernatrice dell’Emilia-Romagna, per certi versi controbilanciando il silenzio di tomba arrivato da alcuni personaggi Dem che non hanno accettato di buon grado la sconfitta di Stefano Bonaccini.

Ma dalle parti di Campo Marzio si cerca di evitare fughe di notizie pericolose su quello che sarà il futuro politico condiviso, se ci sono davvero le condizioni per creare quel campo largo andato allo sfascio dopo lo strappo Conte-Letta e la caduta del governo Draghi.

Alleanza Pd-M5s, la vittoria di Schlein spinge per il campo largo

Ha vinto dunque il progressismo, la sinistra più pura, la direzione imboccata è dunque quella di una possibile formazione parlamentare più radicale e sovranista. Così la stampa bolla la vittoria di Elly Schlein alle primarie del Pd e si lancia in un’analisi scacchistica del futuro politico di M5s ma anche del Terzo Polo.

Come detto in apertura, a giudicare dalla quantità di messaggi di stima provenienti dall’emiciclo penta stellato sembra che le basi per riprendere il dialogo ci siano tutte. Citando le parole di Giuseppe Conte, le alleanze con il M5s sono possibili solo sulla base di contenuti comuni, e di convergenze tra l’ex premier e l’ex eurodeputata ve ne sono più di una.

L’avvocato foggiano non ha mancato di tirare una frecciata a Enrico Letta, parlando di “baratto delle misure su ambiente, lavoro e povertà con l’agenda vuota di Draghi”. Poi un invito quasi implicito a Schlein nel passaggio in cui ricorda che “su questi temi abbiamo già da tempo progetti chiari”.

Barbara Floridia, capogruppo del Movimento 5 Stelle al Senato, twitta un chiarissimo “Passiamo ai fatti” quando afferma di aver “ascoltato parole simili alle nostre su giustizia sociale, lotta ai cambiamenti climatici, salario minimo”. Tocca sempre a lei smarcare da equivoci possibili cattive interpretazioni del tono euforico che traspare da tali dichiarazioni:

Rischio infiltrazioni ai circoli Pd? Francamente mi sembra una sciocchezza

In ogni caso, la celebrazione legittima di un risultato che è sicuramente positivo per le formazioni di sinistra apre ugualmente degli interrogativi sulle gerarchie di una possibile creazione del campo largo. Da Campo Marzio sostengono con forza che il Movimento è ormai realtà consolidata con una sua precisa identità e un suo programma ormai scolpito nella pietra.

Francesco Silvestri, capogruppo grillino alla Camera, è sicuramente l’esponente che più di altri coglie la palla al balzo sui rumor del voto alle primarie. Con tono dichiaratamente ironico, etichetta come “fantasia totale” questo bisogno di inserire il nome del M5s in discorsi politici che non lo riguardano direttamente. Anche lui, come la collega di Palazzo Madama, si augura “che questo nuovo corso possa creare sinergie costruttive“, ma il M5s “non vive di luce riflessa”.