Catene ai piedi, scalzi, semi nudi, tatuati e trasportati in cella, dove la libertà non esiste.

Immagini raccapriccianti arrivano da El Salvador, stato dell’America centrale, dove circa 2000 persone sono state trasferite in un enorme carcere di massima sicurezza perché accusate di far parte di bande criminali.

La nuova gigantesca prigione si chiama Centro de Confinamiento de Terrorismo (CECOT) ed è stata inaugurata all’inizio di quest’anno. È considerato il carcere più grande dell’America Latina e tra i più grandi al mondo.

El Salvador, la nuova mega prigione

La recente struttura è il simbolo dell’auto dichiarata guerra del presidente Nayib Bukele contro il crimine. Il problema della criminalità e delle gang è una delle piaghe più gravi e profonde che conosce il Paese ed ora Bukele ha deciso di combattere la delinquenza con una presunta “mano di ferro legale”. O meglio, quasi. Diversi gruppi di attivisti e difensori dei diritti umani, in realtà, criticano fortemente la mega prigione del Paese sostenendo che all’interno non ci siano le garanzie per i diritti umani dei detenuti e assimilando la struttura ad un campo di concentramento, per due ragioni: l’elevato numero che la struttura ospiterà – parliamo di circa 40mila persone – e la privazione di qualsiasi diritto.

Il gigante carcere si trova a Tecoluca, a 74 chilometri a sud-est della capitale San Salvador e comprende otto edifici. Ciascuno di questi ha 32 celle di circa 100 metri quadrati per contenere “più di 100” prigionieri, afferma il governo.

Le celle hanno solo due lavandini e due bagni ciascuna.

La struttura ospiterà parte dei 64 mila detenuti arrestati in base allo stato d’emergenza, in vigore dal 27 marzo 2022.

Secondo quanto riportato dal ministro della Giustizia e della sicurezza, Gustavo Villatoro, il trasferimento dei detenuti nella nuova prigione serve per “eliminare questo cancro dalla società” e il ministro ha lasciato intendere di non essere intenzionato a far uscire chi viene imprigionato.