Il gatto di Maurizio Costanzo, Filippo, faceva parte di una cucciolata abbandonata, di cui una sua collaboratrice gli aveva parlato: “Le dissi, portamene uno ed è stato amore a prima vista”, raccontò il conduttore.

Il gatto di Maurizio Costanzo

Costanzo era stato costretto a lasciare il suo gatto nell’ufficio di Roma ai Parioli. Questo perché sua moglie, Maria De Filippi voleva evitare baruffe in casa tra il felino e i suoi cani:

“Mi piacerebbe molto portarlo a casa. Purtroppo lì vive già un cane, Ugo, un bassotto di otto anni e mezzo. E, fino ad alcuni mesi fa, insieme a lui c’era anche un Pastore tedesco. La convivenza tra cane e gatto sarebbe difficile. E poi Maria si è raccomandata di lasciare Filippo in ufficio. Mi sono dovuto adeguare”.

Costanzo, pur essendo un amante anche dei cani, ammirava molto il carattere dei gatti:

“I gatti si fanno i fatti loro, poche smancerie. Io ogni giorno vado in ufficio e lo passo a salutare. Poi qualche volta lui viene ad affacciarsi al mio studio e spesso la sera, dorme sulla mia poltrona. I gatti sono straordinari per la loro dignità e penso che siano riservati nei sentimenti”.

L’amore per le tartarughe

Il suo amore per gli animali in genere, arrivava da lontano, addirittura da quando in quinta elementare vinse un premio dell’Enpa per un tema che aveva scritto sulle farfalle: “Ero un animalista, senza saperlo” si divertiva a raccontare.

Tutti conoscevano la sua passione per le tartarughe, per lui anche sinonimo di buona sorte, che regalava spesso alle persone che incontrava. Ne aveva un’intera collezione, di cui era gelosissimo, composta da migliaia di pezzi perché, come aveva scritto nel libro “La strategia della tartaruga. Manuale di sopravvivenza (Mondadori), con il loro guscio protettivo erano per lui il simbolo della resilienza, della capacità di resistere alle avversità che possono accadere nel corso della vita, e amava la loro indipendenza e longevità.