A undici anni dal caso della petroliera “Enrica Lexie“, che vide i marò Latorre e Girone condannati per l’omicidio di due pescatori scambiati per pirati, i due sono tornati a parlare in vista della visita a Nuova Delhi della Presidente del Consiglio Giorgia Meloni.
La lunghissima vicenda giudiziaria che li ha visti coinvolti si è chiusa solo nel 2022 con l’assoluzione per legittima difesa e ora i due fucilieri vedono di buon occhio i rapporti rinsaldati tra Roma e Nuova Delhi.
Le parole di Latorre
Nel periodo che stiamo attraversando credo che sia importante stringere rapporti con chiunque per affermare pace e democrazia. Avrei dovuto essere indignato in passato, quando i rapporti diplomatico-commerciali tra Italia e India continuavano come se nulla fosse accaduto, mentre noi oltre ad essere fisicamente detenuti illegalmente in India da innocenti, rischiavamo seriamente la pena di morte. Non vedo per quale motivo le relazioni tra i due Paesi dovrebbero interrompersi ora, non ne vedo la finalità. Oggi, più che mai, viviamo una particolare situazione globale in cui oltre agli scambi commerciali c’è necessità di reale coesione tra gli Stati
Girone: “Bene Meloni in India, ma portiamo ancora i segni dell’epopea giudiziarai
È un fatto positivo per l’Italia, dal punto di vista commerciale e degli interessi del sistema paese. Non bisogna dimenticare però – sottolinea – che con l’India abbiamo avuto una grossa controversia, tant’è vero che si è reso necessario il ricorso al Tribunale internazionale per dirimere la questione. E alla fine, per fortuna, è stata riconosciuta la nostra innocenza. La mia vita è cambiata nel corso di questi 10 anni, ma ho sempre guardato il bicchiere mezzo pieno. Ho sofferto moltissimo, così come la mia famiglia. Per certi aspetti oggi sono più fragile di prima, per altri sono cresciuto molto. Oggi rivesto anche un ruolo importante: sono il presidente di un’associazione sindacale militare interforze, una nuova realtà per noi militari. Una cosa che faccio con orgoglio e con fierezza
Le parole sulla prigionia
In questi anni spesso sono stato avvolto da questa paura, che non si limita alla sola eventualità della perdita della libertà personale, ma spaventa forse anche di più l’essere etichettati per un reato mai commesso: è questo lo strazio più grande che ti logora e ti macera. Ma nonostante quello che ho subito, fortunatamente il mio carattere non è mai cambiato”. Poi osserva: “La gente comune, così come alcune associazioni d’Arma (prima tra tutte l’Associazione Nazionale Alpini), è stata la mia vera unica forza per andare avanti, e superare tanti momenti bui. La politica si è occupata del nostro caso, però a giudicare dalle lungaggini, dagli errori commessi soprattutto nella fase iniziale, col senno di poi non so quanto questo impegno fosse davvero fattivo e scevro da condizionamenti
Latorre sull’operato del Presidente del Consiglio
Non mi esprimo sull’operato del nostro Presidente del Consiglio credo che meriti fiducia, considerando tra l’altro la situazione che ha ereditato e il tempo ancora breve di governo. Il Presidente Meloni all’epoca dei fatti non aveva alcun incarico nei governi che si sono susseguiti. Ora l’unica cosa che mi sentirei di chiederle è di appoggiare il ddl presentato dall’onorevole Cirielli prima di diventare viceministro degli Esteri, che prevede l’istituzione di una Commissione d’inchiesta sul caso Enrica Lexie: sarebbe un importante strumento per fare luce su quanto accaduto. Tutti hanno il diritto di conoscere come si sono svolti i fatti, per restituire alla storia un caso limpido e non l’ennesimo mistero