Ricorre oggi l’anniversario della scomparsa di Marianna Cendron. Era il 27 febbraio del 2013 quando la ragazza, allora 18enne, sparì nel nulla dopo essersi allontanata dal luogo di lavoro, il Golf Club di Salvarosa, a Castelfranco Veneto. Da allora di lei si sono perse le tracce, ma i suoi genitori non hanno mai smesso di cercarla: “Dentro di noi sentiamo che sei ancora viva – scrivono oggi -, ma non sappiamo dove cercarti”. Il suo caso, dopo diversi tentativi di ricerca e un fascicolo di indagine aperto per sequestro di persona, è stato archiviato nel 2018.

Marianna Cendron scomparsa: sono passati 10 anni

Sono passati 10 anni esatti dal giorno in cui Marianna Cendron, all’epoca dei fatti 18enne, scomparve nel nulla da Castelfranco Veneto dopo aver finito il suo turno al Golf Club di Salvarosa, dove lavorava da qualche tempo come aiuto cuoca. “Era brava e appassionata. Voleva crescere professionalmente e in quel periodo difficile (da un po’ soffriva di una forma di anoressia, ndr) l’unica cosa che le dava soddisfazione era il proprio lavoro”, ricorda la mamma, secondo quanto riportato dal Gazzettino. Una volta uscita, avrebbe dovuto incontrare il fidanzato, Michele Bonello, nel convitto dell’istituto alberghiero Maffioli, distante alcune centinaia di metri dal luogo di lavoro, al quale era collegato da una stradina che era solita percorrere in bici, la stessa che non sarà mai ritrovata, così come i suoi telefoni cellulari. Ma all’appuntamento non si presentò mai.

L’allarme, del resto, venne dato ai genitori solo il giorno successivo, rallentando sia la denuncia che le ricerche dei carabinieri. La speranza, fin da subito, fu che la giovane potesse essersi allontanata volontariamente per ricercare la madre naturale in Bulgaria, suo Paese d’origine, oppure che fosse fuggita per coronare il suo sogno di lavorare in Francia o su una nave da crociera. Ma i suoi documenti erano rimasti a casa dell’uomo che l’aveva ospitata per circa un mese, Renzo Curtolo, e nessuno, in giro, sembrava averla vista. Tutte le campagne di ricerca organizzate dopo i fatti, così come quelle degli anni successivi, si dimostrarono infruttuose e hanno portato, nel 2018, all’archiviazione del caso, nonostante l’opposizione dei familiari, che ancora sperano di fare luce su quanto accaduto e che oggi scrivono:

Il 27 novembre hai compiuto 28 anni, e proviamo a immaginare che donna sei diventata, ma sei libera o in pericolo? Quanto ci manchi, viviamo solo di ricordi. Non vediamo più il tuo sorriso, non sentiamo più la tua sensibilità rivolta sempre a chi era in difficoltà. Viviamo nel silenzio che ci logora, ma qualsiasi cosa sia accaduta non smettiamo di cercarti. Vogliamo risposte e verità. Dentro di noi sentiamo che sei ancora viva, ma non sappiamo dove cercarti.

La famiglia, secondo il Gazzettino, starebbe anche organizzando un evento dedicato a Marianna e alle altre persone scomparse. “Non abbiamo mai creduto alla pista dell’allontanamento volontario – afferma la mamma -. Il timore è che possa essere finita nel giro della tratta, spinta da qualcuno che potrebbe aver approfittato di un suo momento di debolezza”. Più volte avrebbero provato a convincerla a curarsi e proprio per questo la ragazza si sarebbe trasferita a casa del vicino. “Volevamo salvarla – prosegue la donna -, volevamo che tornasse a splendere riprendendosi in mano la sua vita. Forse lei viveva le cure come un’imposizione. In questi dieci anni ci siamo fatti tante domande, senza mai trovare risposte. L’unica cosa concreta è il grande vuoto che ci rimane”. “Ogni volta che vengono trovati i resti di una donna, come è successo di recente a Marghera, è un tuffo al cuore – conclude -: pensiamo che possano essere quelli di Marianna. Ma non ci arrendiamo: secondo noi è ancora viva”.