A Brescia, una sedicenne è stata picchiata selvaggiamente dal padre per aver pubblicato sui social un video senza velo.
La ragazza di origini nordafricane è stata colpita a schiaffi e pugni ed è finita in ospedale.
Ecco la ricostruzione della vicenda.
Ragazza sedicenne picchiata dal padre, aveva pubblicato su TikTok un video senza velo
Si tratta dell’ennesimo caso di maltrattamenti nei confronti di giovani donne e ragazze da parte di genitori che vogliono imporre le loro convinzioni religiose e culturali.
Come riportato da “Il Giornale di Brescia”, l’episodio è accaduto a Brescia in una famiglia di origini egiziane.
A provocare la violenta reazione del genitore è stato un gesto spensierato di una ragazza di 16 anni.
La sedicenne si è mostrata sui social, davanti ai coetanei, senza il tradizionale velo islamico e questo è stato giudicato imperdonabile dalla sua famiglia.
Ad avvisare il padre della ragazza, un uomo di 44 anni, legato alle tradizioni del suo Paese di origine, sono stati alcuni parenti che vivono in Egitto.
Non appena l’uomo è venuto a conoscenza del gesto della figlia, lo ha ritenuto intollerabile e ha deciso di punirla severamente.
Per aver pubblicato un video in cui la sedicenne lasciava la testa scoperta, l’uomo ha cominciato a picchiarla selvaggiamente, colpendola con schiaffi, pugni e colpi alla schiena fino a mandarla in ospedale.
Per fortuna la giovane è riuscita ad inviare un messaggio d’aiuto ad un’amica che ha subito allertato il 112, mettendo così fine ai maltrattamenti.
La ragazza è stata trasferita prima in ospedale dove è stata sottoposta ai necessari controlli medici e poi in una comunità protetta.
Il padre della sedicenne è stato denunciato ma al momento è in stato di libertà.
Sul caso stanno continuando ad indagare i carabinieri, in coordinazione con la Procura di Brescia.
Quale significato assume il velo islamico per le donne musulmane?
Negli ultimi tempi, la questione legata all’usanza delle donne di religione islamica di indossare il velo è stata molto discussa, in associazione anche a molti altri temi legati ai diritti riservati alle donne, soprattutto in Iran.
Occorre innanzitutto sottolineare che questa tradizione, non viene prescritta nel Corano, in quanto, nel testo Sacro viene solamente richiesto a donne e uomini di vestirsi in modo decoroso, mantenendo nascoste le parti del corpo considerate sacre.
Eppure, in alcune parti del mondo, tale tradizione viene tramandata di generazione in generazione come una sorta di obbligo, arrivando anche a punire le donne che non lo portano o che lo indossano in maniera scorretta.
L’usanza di portare il velo, tuttavia, non è nata contemporaneamente alla religione islamica ma era già presente già nei paesi che si affacciano sul Mar Mediterraneo, fin dall’età dell’antica Roma.
A quell’epoca, questo indumento veniva utilizzato dalle donne che appartenevano alle classi sociali più agiate e questa tradizione venne poi ripresa dalle donne appartenenti alla prima comunità fondata dal profeta Maometto.
Per quanto riguarda le tipologie, esistono diversi tipi di velo ed ognuno è legato alle diverse tradizioni nazionali.
Il più diffuso è sicuramente lo Hijab, che copre il capo e il collo ma lascia il viso scoperto e viene comunemente indossato nell’occidente e dalle donne musulmane arabe.
Il Niqab e il Burqa sono invece, quelli più coprenti che lasciano scoperti solo gli occhi, nel secondo, tuttavia, anche gli occhi vengono coperti da una rete.
E infine, lo chador è una sorta di mantello che lascia il viso scoperto e viene indossato principalmente dalle donne nel Medio Oriente.
Se da un alto, alcune donne scelgono liberamente di indossare il velo, per molte altre invece, tale usanza diventa un’imposizione da parte delle propria comunità o della propria famiglia.
Generalmente, le ragazze iniziano a velarsi intorno all’età dello sviluppo come manifestazione personale della propria fede.