Don Filippo Di Giacomo ha 70 anni d’età ed è sacerdote da 47 anni. E’ anche un giornalista e opinionista televisivo.

Don Filippo Di Giacomo: età, biografia

Sacerdote e giornalista, Don Filippo Di Giacomo è commentatore di tematiche religiose per numerose testate, tra cui il quotidiano l’Unità. Ha condotto ‘Il cielo in una frase’, su Radio 24. 

E’ stato allievo del cardinale Tarcisio Bertone alla Pontificia Università Lateranense e compagno di studi dell’attuale Segretario di Stato, il cardinale Pietro Parolin.

Le parole su Papa Benedetto XVI e Papa Francesco

Ha collaborato con Joseph Ratzinger alla Congregazione per la dottrina della fede. Dopo la morte di Benedetto XVI, Di Giacomo lo ha ricordato così in un’intervista a Oggi:

“Per 15 anni ho lavorato nelle commissioni della Congregazione per la dottrina della fede con Ratzinger. Tra l’altro, anche io sono nato il 16 aprile, come lui. Ricordo che arrivava al Palazzo del Sant’Uffizio a piedi – abitava poco lontano, in piazza della Città Leonina – attraversando il colonnato e piazza San Pietro, verso le quattro del pomeriggio. Lì vicino gironzolavano sempre due, tre gatti. Appena svoltava l’angolo, i gatti si avvicinavano. Sembrava che lo aspettassero. Lui tirava fuori dalla cartella le crocchette e dava loro da mangiare. Mi è sempre apparso felice in quei momenti. Qualcuno allora lo definiva Nazi-Ratzinger, il Pastore tedesco, ma questa è una calunnia. Il cardinal Ratzinger in quegli anni ha accettato una sola scomunica, comminata contro un Oblato di Maria Immacolata che negava l’Immacolata Concezione. Avvenuta dopo ben dopo 17 ammonizioni, mentre il diritto canonico ne prevede due, poi fu anche cancellata”.

In un’intervista a Il Corriere della Sera ha commentato così le ultime novità introdotte dalla lettera apostolica “Misericordia et Misera” di Papa Francesco in relazione all’aborto:

“La verità è che anche prima di questo storico documento noi semplici preti assolvevamo la gente dal peccato di aborto. Io stesso l’ho fatto non so più quante volte. Ma lo facevamo in silenzio, lo tenevamo per noi. Per non incorrere negli strali di quella che chiamo la Chiesa di Carta, fatta solo di norme e di proibizioni. Adesso però è arrivato Francesco col suo nuovo gesto rivoluzionario e ha detto a tutti: se prima era una prassi pastorale diffusa ma segreta, ecco che oggi diventa la prassi del Papa”.