“Papà della televisione”, come in molti lo hanno definito in questi giorni, ma anche giornalista e autore, di sceneggiature e di libri. Maurizio Costanzo, scomparso all’età di 84 anni lo scorso 24 febbraio, è sempre stato in prima linea, non solo sul piccolo schermo; tra gli scritti pubblicati, ce n’è uno, l’ultimo, apparso per Mondadori alla fine del 2022, che acquisisce ora un significato particolare. È “Smemorabilia. Catalogo sentimentale degli oggetti perduti”, una sorta di autobiografia in cui Costanzo si racconta senza filtri, quasi confessandosi, pochi mesi prima della sua morte.
Ultimo libro di Maurizio Costanzo: di cosa parla “Smemorabilia”
L’avreste detto? Anche Maurizio Costanzo, che da quando ha i baffi è parte del nostro immaginario, è stato un bambino. Da piccolo sfrecciava sul monopattino, da ragazzino era un boy-scout e si inerpicava su sentieri che misteriosamente “erano in salita pure al ritorno”. Da giovane si comprò una Porsche senza saperla guidare: “Non arrivavo al volante”. Per non parlare di amori e matrimoni: “Molte storie d’amore, a distanza di anni, risultano incomprensibili”. Ha fatto errori, perso occasioni, mancato appuntamenti che gli avrebbero cambiato l’esistenza. E questo libro è un modo per raccontare tutto, e non dimenticare niente. Ma anche per rendere giustizia a tanti umili oggetti che la tecnologia ha spazzato via, ma che hanno accompagnato le nostre vite. Il titolo, “Smemorabilia”, è un’invenzione linguistica dell’autore, un misto di “smemorie”, altra parola costanziana, e “memorabilia”. Certo, la nostalgia è il filo conduttore di questo libro. Nostalgia per cose e persone perdute, perciò da ricordare. Ma “Smemorabilia” non è solo un catalogo degli oggetti del cuore: dietro ogni oggetto – che sia il telefono a muro o le sigarette Turmac, la Coccoina o il flipper, il jukebox o il circo – c’è una storia privata da raccontare, un ricordo, una confessione. Così, forse senza volerlo, Costanzo ha scritto il suo libro più sincero e autobiografico.
Recita così la sinossi ufficiale dell’ultimo libro pubblicato da Maurizio Costanzo per la casa editrice Mondadori e datato 18 ottobre 2022. Un testo in cui l’autore fa un tuffo nel passato a partire da piccoli e apparentemente insignificanti oggetti del quotidiano, che però ricordano i tempi andati e quindi anche le vicende trascorse. Un libro impregnato di nostalgia, che ora, dopo la scomparsa di Costanzo, diventa anche, simbolicamente, la sua ultima memoria.
Gli altri libri scritti dal giornalista
Prima di essere un uomo di spettacolo, Maurizio Costanzo è stato un giornalista, un cronista e, soprattutto, uno scrittore. Dopo aver esordito come redattore per un quotidiano locale di nome “Paese Sera”, all’età di soli diciotto anni, era diventato caporedattore di “Grazia” e poi direttore della “Domenica del Corriere”. Negli anni, prima di “Smemorabilia”, ha pubblicato diversi libri, la maggior parte per Mondadori: è il caso di “Chi mi credo di essere?” (2004), in cui racconta i dietro le quinte della sua vita; “E che sarà mai?” (2006) e “La strategia della tartaruga. Manuale di sopravvivenza” (2009), in cui, rispettivamente, mette nero su bianco la sua personale filosofia di vita e confessa di invidiare la capacità delle tartarughe di rinchiudersi nel proprio guscio, mettendosi in salvo; ma anche “Vi racconto l’Isis” (2016), un breve saggio in cui parla degli attentati, della paura, delle bombe che lui stesso ha sentito da vicino un giorno di tanti anni prima (quello dello storico agguato orchestrato contro di lui a Roma, in via Ruggero Fauro, nel 1993) e “Il tritolo e le rose. I miei memorabili anni Novanta”, in cui, partendo dalla sua autobiografia, celebra, appunto, gli anni Novanta. Scritti in cui Costanzo mescola fatti personali e attualità, come fa anche in “Smemorabilia”, secondo molti il suo libro più intimo e forse, non a caso, anche l’ultimo.