Dopo Roald Dahl, la sorte della censura potrebbe ora toccare a Ian Fleming. Ad annunciarlo è un articolo del The Telegraph che, parlando della ristampa dei romanzi con James Bond ad aprile per celebrare i 70 anni dall’uscita di “Casino Royale”, rivela che i detentori dei diritti dell’autore avrebbero concordato un’edizione revisionata, cioè ripulita dai termini ritenuti offensivi e razzisti.
Ian Fleming censura: via i termini ritenuti razzisti
Ha fatto molto discutere, negli scorsi giorni, la notizia della riscrittura dei testi di Roald Dahl, celebre autore di libri per bambini – uno fra tutti “La fabbrica di cioccolato”-, le cui edizioni più recenti, secondo quanto riportato dal The Telegraph, sarebbero state pubblicate con termini più “neutri” rispetto a quelli originali, oggi ritenuti offensivi, come quelli riferiti al genere, all’etnia o al peso, come “grasso”, “nano”, “brutto” e simili. Una decisione portata avanti dalla casa editrice che detiene i diritti dell’autore attraverso la figura del sensitivity reader, colui che, in ambito editoriale, si occupa di modificare le opere in modo che risultino più inclusive e accessibili e non offensive per i lettori di oggi.
Cosa che ora, sempre secondo il The Telegraph, sarebbe in procinto di accadere anche per i romanzi di Ian Fleming, in particolare quelli con James Bond. Annunciando l’uscita di una nuova edizione dei testi in occasione del 70esimo anniversario dell’uscita di “Casino Royale”, il quotidiano britannico riporta infatti che, all’inizio di ogni volume, sarà prevista una dichiarazione di non responsabilità:
Questo libro è stato scritto in un’epoca in cui termini e atteggiamenti che possono essere considerati offensivi dai lettori moderni erano all’ordine del giorno. A questa edizione sono stati apportate numerose modifiche, pur mantenendo il testo più vicino all’originale e al periodo in cui è ambientato.
Spazio anche in questo caso, quindi, alle modifiche, soprattutto in riferimento ai termini ritenuti razzisti usati all’epoca dell’autore. Tra quelle annunciate, alcune riguarderebbero, in particolare, “Vivi e lascia morire”, uscito nel 1954, in cui d’ora in avanti James Bond eviterà di riferirsi ai personaggi africani coinvolti nel commercio di oro e diamanti come “persone piuttosto rispettose della legge, tranne quando hanno bevuto troppo”, per dire invece: “tipi piuttosto rispettosi della legge”. In un’altra scena dello stesso libro, ambientata durante uno spogliarello in un nightclub di Harlem, si leggeva: “Bond poteva sentire il pubblico ansimare e grugnire come maiali. Sentì le proprie mani stringere la tovaglia. Aveva la bocca secca”; dopo le modifiche, suonerà invece così: “Bond poteva percepire la tensione elettrica nella stanza”. In molti libri sarebbero stati invece rimossi i riferimenti alle etnie. Comunque, sembra che alcune delle modifiche fossero già state approvate dall’autore, quando era in vita. “Seguendo l’approccio di Ian – hanno fatto sapere dalla Ian Fleming Publications -, abbiamo esaminato le istanze di diversi termini razziali nei libri e rimosso un numero di singole parole, oppure le abbiamo scambiate con termini che sono più accettati oggi ma in linea con il periodo in cui sono stati scritti i libri. Incoraggiamo le persone a leggere i libri da soli quando i nuovi tascabili verranno pubblicati ad aprile”.
Le polemiche contro il politicamente corretto
La vicenda di Roald Dahl, e ora quella di Ian Fleming, le cui opere saranno riviste in nome del politicamente corretto, hanno fatto impazzare le polemiche. Tra i primi a schierarsi contro questa scelta, Salman Rushdie, lo scrittore indiano naturalizzato britannico in via di recupero dopo l’agguato di matrice islamico-radicale subito a New York e costatogli un occhio e l’uso della mano sinistra per i suoi scritti. “Dahl non era un agelo – ha dichiarato l’autore -, ma questa è un’assurda censura. Puffin Books e gli eredi di Dahl dovrebbero vergognarsene”.