Elly Schlein ha vinto le primarie del Pd diventando la nuova segretaria dem, la prima donna nella storia a riuscirci. Ex europarlamentare, oggi deputata, la sua è una storia di distanza e di riavvicinamento al maggiore partito della sinistra italiana.
Elly Schlein idee politiche e battaglie
Come evidenzia Il Post, al Parlamento Europeo Schlein si è occupata soprattutto di immigrazione. Per due anni fu la relatrice dei Socialisti europei alla riforma del regolamento di Dublino, riguardante il diritto di asilo. Insieme a Popolari e Liberali, Schlein trovò un compromesso per modificare il regolamento rendendo automatico il ricollocamento dei migranti negli altri Paesi europei, ma la proposta finale del Parlamento non venne mai approvata dal Consiglio.
Ad essere particolarmente apprezzate dagli elettori sono le battaglie intraprese da Schlein a favore, oltre che dei migranti, anche della parità di genere, della disoccupazione giovanile, dei diritti delle minoranze e delle persone LGBTQIA+.
Schlein è una convinta federalista: sostiene che le istituzioni europee debbano assumere una sempre maggiore quota di poteri, sottraendoli agli Stati nazionali
Programma
Il programma di Elly Schlein per le primarie del Pd 2023 si chiamava “Parte da noi”. In apertura non c’è una citazione, ma una sorta di dichiarazione di intenti: “Giustizia sociale e climatica sono inscindibili”, recita la prima pagina della mozione. “Perché chi è più colpito dall’emergenza climatica in corso sono le persone più fragili e impoverite dalle crisi, sia a livello globale che nel nostro Paese”. Per poi proseguire: “Diritti sociali e diritti civili sono inscindibili, chi ne fa gerarchie di solito vuole negarli entrambi”.
Sulle regole interne, Schlein propone che ci sia “incompatibilità tra incarichi di partito e funzioni pubbliche e amministrative, fermando la pratica dei doppi incarichi”. Collegata alla riforma del partito, c’è anche la volontà di cambiare le regole del gioco, con una riforma politica: nel suo programma Schlein fa esplicito riferimento all’idea di riformare il sistema elettorale, tornando a lasciar scegliere ai cittadini chi mandare in Parlamento (in caso contrario è necessario, sostiene, che vengano mantenute le primarie).
Sulle tasse, per Schlein “un nuovo contratto sociale vuol dire progressività fiscale: chi ha di più deve contribuire in proporzione maggiore al benessere collettivo. La destra promette meno tasse per tutte e per tutti. La “flat tax”. I condoni. Sono promesse avvelenate, perché le tasse pagano i servizi essenziali per tutta la comunità. Per fare funzionare meglio l’Italia dobbiamo rendere più equo ed efficiente il sistema fiscale”.
Sul tema del lavoro, il programma di Schlein recita: “In Italia il lavoro è divenuto sempre più precario. Il nostro Paese è l’unico dell’area Ocse nel quale, dal 1990 al 2020, il salario medio annuale reale è diminuito. Il lavoro a partita IVA, autonomo, professionale è sempre più insicuro e fragile. L’Italia è il Paese europeo con il più alto numero di NEET, i giovani che non lavorano, né studiano, né cercano occupazione. Non basta creare nuova occupazione, bisogna che sia di qualità e che assicuri un’esistenza libera e dignitosa. Al nostro Paese serve una nuova politica industriale che cambi radicalmente i modelli di produzione, consumo, distribuzione e che realizzi la conversione ecologica e la trasformazione digitale redistribuendone i benefici”.
Per quanto riguarda la parità di genere, secondo Schlein “una sinistra all’altezza delle sfide del presente non può che essere femminista. Siamo una società patriarcale in cui le donne subiscono discriminazioni strutturali in ogni sfera di vita. Dobbiamo pensare e realizzare ogni politica pubblica guardando al mondo attraverso un dimensione di genere che assicuri di scrivere ogni politica attraverso lo sguardo delle donne, e non sulle donne. Per superare le diseguaglianze di genere in ambito lavorativo serve sostenere l’occupazione femminile, la formazione di donne e ragazze in tutte le discipline contro ogni stereotipo di genere, e supportare l’imprenditorialità femminile. Il Partito Democratico che vogliamo è in prima linea per i diritti LGBTQIA+. Dobbiamo continuare a batterci per una legge contro l’omobilesbotransfobia, l’abilismo e il sessismo, per contrastare le discriminazioni e l’odio che colpiscono ogni giorno le persone”.
Rispetto al competitor, Stefano Bonaccini, l’idea di Schlein è quella di discutere in maniera più ampia dei cosiddetti “servizi essenziali”. Nonostante consideri la proposta di Calderoli sull’autonomia differenziata “pericolosa”, Schlein ipotizza un percorso che parta proprio dai livelli essenziali delle prestazioni e arrivi a una legge quadro con al centro il Parlamento. Presenti dei paletti invalicabili, come la scuola e lo stop alle trattative separate tra Roma e le singole Regioni sul tema.
Sullo Ius soli idee molto chiare: “Nell’Italia che immaginiamo la cittadinanza non è un privilegio riconosciuto per sangue, ma il segno di appartenenza a una comunità democratica aperta, solidale, inclusiva attraverso l’approvazione di una legge sullo Ius soli”.