Diastasi addominale che cos’è? Questa patologia sta riscuotendo molto interesse nelle ultime ore per le dichiarazioni rilasciate da Noemi Bocchi, compagna di Francesco Totti che ha dichiarato di soffrirne a seguito dei suoi due parti e che si dovrebbe operare a breve nonostante abbia paura di sottoporsi all’intervento. In molti si stanno chiedendo cosa sia la diastasi addominale e come si può curare: in merito a questo argomento è intervenuta su Radio Cusano Campus, Elena Albanese presidente dell’Associazione diastasi donna ODV che da anni si batte affinché l’operazione sia regolamentata dal Sistema Sanitario Nazionale poiché il suo costo varia da Regione a Regione e purtroppo in alcune parti di Italia l’operazione per arrivare a condurre una vita normale può arrivare a costare anche 20 mila euro.
Diastasi Addominale: che cos’è?
Diastasi addominale che cos’è? Una patologia per la quale si batte da anni Elena Albanese, presidente dell’Associazione diastasi donna Odv che è intervenuta nel programma “Che Musica Maestro” su Radio Cusano Campus con Arianna Caramanti e Lele Martinelli. Abbiamo cercato di capirne di più con la presidente dell’Associazione che ha spiegato anche che cosa sia nell’effettivo la diastasi addominale e il perché della sua lunga battaglia di sensibilizzazione anche con le varie Istituzioni:
“In sostanza la diastasi addominale è l’allontanamento dei due muscoli, quello di destra e sinistra e il mancato riassorbimento dei tessuti a seguito di una gravidanza o, in alcuni uomini, dopo una importante perdita di peso. La parete che serve a trattenere gli organi all’interno, non riesce più a svolgere la sua funzione primaria e ciò causa la fuoriuscita degli organi stessi, con conseguenti malesseri quotidiani: è una patologia invalidante e purtroppo ancora poco conosciuta tant’è che anche la scienza sta cercando di studiarne le cause effettive del perché avviene in alcuni soggetti. In Italia sono 32.000 donne e anche tanti uomini che ne soffrono e in molti hanno deciso di fare appello alla nostra associazione per avere un aiuto concreto e qualche tutela, avere un supporto tramite la nostra sede è sicuramente importante ma noi ci battiamo da anni anche con la politica affinché venga resa gratuita in tutta Italia l’operazione per tornare a condurre una vita normale perché quando si soffre di diastasi addominale anche allacciarsi le scarpe, mangiare, camminare è un peso: non si riesce a fare più nulla perché questa malattia porta squilibri anche ormonali con conseguente perdita del desiderio dovuto anche al fatto che la donna non si piace più come prima e quindi ha difficoltà nello spogliarsi con il proprio partner e non solo, si hanno disturbi gastrointestinali quindi ogni volta che si mangia qualcosa la pancia si gonfia come un pallone e si ha la sensazione di essere di nuovo incinta, si hanno problemi di incontinenza fino ad avere un vero e proprio prolasso della vescica, le anche si sbilanciano e si fa fatica anche a camminare… Insomma, con la diastasi addominale non si vive più una vita serena.”
L’appello dell’Associazione diastasi donna ODV
Per sensibilizzare l’opinione pubblica ma soprattutto i nostri politici a rendere gratuito e accessibile a tutti l’operazione per tornare a compiere i normali gesti quotidiani che con la diastasi sono invalidanti, Elena Albanese in qualità di presidente dell’Associazione diastasi donna ODV lancia un appello alle Istituzioni:
“L’operazione della diastasi addominale non è regolamentata e ci sono dei requisiti che cambiano da Regione a Regione che andrebbero unificati: fino a quando la diastasi e la conseguente operazione non viene regolamentata ci saranno queste disuguaglianze; ad esempio in alcune Regioni se si ha un’ernia e 4 cm di distanziamento addominale allora l’operazione è gratuita, in altre come in Calabria, Sicilia o Piemonte si deve arrivare ad averne 8 cm ma già con 4 cm si hanno tutti i sintomi e quindi una donna in una di queste Regioni che decide di operarsi dovrà pagare dagli 8 mila ai 20 mila euro o altrimenti decidere di tenere questa patologia che andrà sempre più a peggiorare. Si parla tanto di sanità ma iniziamo a soffermarci anche su questa patologia, sarebbe il caso di aprire un tavolo di dibattito e cercare di aiutare un po’di più queste persone che soffrono di diastasi addominale.”