Torre Anniunziata cadavere mare. Macabro ritrovamento a Torre Annunziata, in provincia di Napoli. Il mare infatti ha restituito il cadavere di un uomo di un’età che si aggira tra i 35 e i 40 anni. Alcuni pescatori hanno notato il corpo in mare mentre si trovavano nella zona nota come delle Sette Scogliere. Una volta recuperato, è emerso un particolare inquietante e che ha aperto ogni possibilità sull’ipotesi della morte. L’uomo infatti aveva una corda stretta attorno al collo che potrebbe essere la causa della morte che inizialmente si pensava fosse per affogamento. La corda, secondo i primi rilievi, era attaccata ad un masso che ha portato il corpo ad andare a fondo, ma gli inquirenti devono stabilire se la morte sia stata per annegamento o se l’uomo sia morto, per strangolamento a quanto pare, prima di essere poi stato gettato in mare. Al momento sono in corso le indagini per risalire all’identità dell’uomo e per capire cosa potrebbe essere accaduto. Sul caso indagano gli agenti del locale commissariato di polizia, che al momento non escludono nessuna pista. Il cadavere dell’uomo è in attesa di essere identificato ed è stato posto sotto sequestro dall’autorità giudiziaria e con ogni probabilità la Procura chiederà che ne venga effettuata l’autopsia. Le indagini, come spesso accade in questi casi, partono da eventuali segnalazioni di persone scomparse. Oltre a quanto emerso durante il ritrovamento, al momento, non ci sarebbero altre indicazioni di rilievo.

Torre Annunziata, cadavere in mare ancora non identificato

Sono ancora pochi gli elementi a disposizione degli inquirenti per poter arrivare ad un quadro chiaro. Anche per questo l’uomo, a distanza quasi di un giorno dalla scoperta del cadavere, non è stato ancora identificato. Al momento gli agenti del commissariato locale stanno ancora lavorando sulla pista di eventuali persone scomparse ma a quanto pare non ci sarebbero state ancora segnalazioni di rilievo. Addosso all’uomo ritrovato in mare non sono stato ritrovati documenti, e al momento non ci sarebbe stata nessuna rivendicazione. Passi importanti potrebbero essere fatti grazie all’aiuto dell’autopsia, che è stata disposta dalla procura di Torre Annunziata, guidata da Nunzio Fragliasso. Dall’indagine cadaverica potrebbero emergere elementi utili a capire quando e come sia morto l’uomo ritrovato in mare con un cappio al collo. La morte potrebbe risalire anche a poche ore prima del ritrovamento del corpo, comunque da quanto filtra non oltre le 24 ore. Rispetto ai primi rilievi fatti, gli inquirenti hanno notato delle ferite alla testa forse dovute a un corpo contundente e alle braccia probabilmente per una colluttazione. È così che si è presentato il cadavere trovato, nel tardo pomeriggio di ieri, 26 febbraio, da un pescatore nello specchio d’acqua antistante la spiaggia delle Sette Scogliere a Rovigliano, a Torre Annunziata in provincia di Napoli. Da una prima analisi effettuata sul cadavere, è emerso cosa è accaduto negli ultimi istanti della sua vita. Il cappio al collo potrebbe essere stato messo prima che venisse gettato in mare con una corda legata a un grosso sasso, tutto potrebbe essere stato successo dopo la more e quindi qualcuno avrebbe ucciso l’uomo al contrario di quello che le prime impressioni avevano suggerito. L’uomo ha un’età apparente che si aggira sui 35-40 anni , presumibilmente extracomunitario, che indossava un pantalone marrone, calzini bianchi e una cintura in pelle. Al polso sinistro presenta un tatuaggio con due lettere «M». Le indagini al momento sono per omicidio volontario, è questa l’ipotesi alla base del fascicolo d’inchiesta aperto dalla procura di Torre Annunziata, alla luce di quanto emerso nelle ultime ore dopo le prime analisi fatte sul cadavere. È quanto contenuto nel fascicolo di cui è titolare il pubblico ministero Giuliano Schippi.