Naufragio Piantedosi. Le ricerche continueranno anche nella notte, con il buio, perché il numero esatto di dispersi non è possibile stabilirlo, come ha confermato il ministro Piantedosi, al termine di una riunione tenuta in prefettura a Crotone. “Sembrerebbe ci siano altri 20-30 dispersi”, ha affermato il ministro dell’Interno, spiegando comunque che non si hanno certezze. “Sono comunque dati molto orientativi”, indicazioni basate su “riferimenti dati da chi era a bordo”, ha aggiunto il ministro. Niente di certo, come almeno dopo le prime ore del disastro, non si potevano fare ipotesi sul perché della strage. Il mare mosso si, ma ci devono essere state altre cause che hanno provocato la totale distruzione del barcone, come se fosse esploso. E proprio dopo le prime ricostruzioni, continua a spiegare il ministro Piantedosi, la distruzione” del barcone “è avvenuta per un incaglio in una secca.”
Naufragio Piantedosi, Come si fa a mandare al mare tante donne e bambini
“Questo testimonia la condizione di estrema precarietà con cui si è messa in moto questa imbarcazione”. Tanti i bambini che non ce l’hanno fatta, così come le donne morte. E uno dei punti su cui batte il ministro è anche questo. “Al momento ci sono 59 deceduti e 81 persone tratte in salvo”, aggiungendo che tra le vittime figurano 14 minori. “Mi chiedo – dice Piantedosi – come sia possibile che vengano organizzate traversate di questo tipo con donne e bambini”. Appena saputo del disastro il ministro è andato sul posto. “La mia presenza qui era doverosa, è il segnale di attenzione dello Stato”, ha detto Piantedosi. “Mi chiedo – ha aggiunto – come sia possibile che vengano organizzate traversate di questo tipo, come sia possibile spingersi fino al punto di coinvolgere donne e bambini in traversate che si rivelano tragicamente pericolose”.
Naufragio, le ricerche continueranno per tutta la notte
E mentre continuano le ricerche e continueranno tutta la notte, nonostante il buio, sulla spiaggia i sopravvissuti sono spaventati e disperati. Perché molti hanno perso qualcuno in questo disastro e le speranze che i vigili del fuoco, che stanno continuando a cercare in mare, trovino qualche sopravvissuto si affievoliscono ora dopo ora. I superstiti vagano sulla spiaggia fradici e impauriti, sul volto i segni dei colpi presi quando sono finiti tra le onde dopo che il barcone si è frantumato in mille pezzi. Speravano di costruirsi una vita migliore, quando sono partiti dalla Turchia. E ora in molti si chiedono perché loro ne hanno ancora una e le persone che amavano non più. Sono 81 quelli che si sono salvati dall’ennesima tragedia della disperazione e tra di loro ci sono una ventina di minori che sono stati portati, per accertamenti, nell’ospedale di Crotone. La Croce rossa, insieme al Comune di Crotone, ha attivato le squadre di assistenza psicologica sia per i sopravvissuti ospitati al Cara che per le persone ricoverate in ospedale. È stato attivato anche un supporto psicologico anche per i soccorritori, che hanno dovuto recuperare decine di cadaveri in mare ed erano provati da un lavoro estenuante e doloroso. I team di Medici senza Frontiere da stamattina stanno assistendo i sopravvissuti. “Sono tutti sconvolti – sottolineano – ci sono tanti nuclei familiari e ognuno ha perso qualcuno”. I volontari si stanno occupando di esigenze basiche, come riuscire a telefonare a casa. “Chiamare per dire che si è vivi. O anche – dicono abbassando lo sguardo – per dire che un figlio, un familiare, non c’è più”. E tra tanta disperazione almeno ad un bambino è stata trovata la mamma. Qualcuno si è accorto che continuava a girare come un pazzo, gli occhi impauriti. Un’infermiera ha capito che il piccolo stava cercando la madre senza riuscire a trovarla: ha smosso i suoi colleghi e alla fine hanno individuato la donna, che si è potuta così ricongiungere al figlio.