L’8 marzo di ogni anno si celebra, in tutto il mondo, la Giornata internazionale dei diritti della donna, una ricorrenza più comunemente nota come “Festa della donna”, che nasce con l’obiettivo di ricordare le conquiste politiche, economiche e sociali del genere femminile e riflettere sulle violenze e discriminazioni che molte sono ancora costrette a subire. Non tutti, comunque, sanno come e perché si è deciso di istituirla: ricostruiamone la storia.
Festa della donna significato e origini
La storia della Festa della donna risale ai primi anni del Novecento. È il 1907 quando, nel corso del settimo Congresso della seconda Internazionale socialista, si discute per la prima volta la questione del suffragio universale femminile. Un dibattito seguito, dopo pochi giorni, dalla Conferenza Internazionale delle donne socialiste, durante la quale viene istituito l’Ufficio di informazione delle donne socialiste, che però porta a un nulla di fatto. La storica svolta arriva nel febbraio 1908, quando Corinne Brown, elemento di spicco del movimento socialista americano, dalle colonne della rivista The Socialist Woman si rivolge al Congresso, dichiarando che non ha “alcun diritto di dettare alle donne socialiste come e con chi lavorare per la propria liberazione”, facendo riferimento al fatto che in questi ambienti molti fossero contrari ad un’eventuale alleanza tra socialiste e donne borghesi. Presiedendo la conferenza del Partito socialista a Chicago, Brown denuncia quindi lo sfruttamento delle operaie da parte dei datori di lavoro e le discrimininazioni sessuali e di voto subìte dalle donne. Quel giorno viene ribattezzato, non a caso, Woman’s Day e anticipa l’istituzione dell’omonima festa negli Stati Uniti, a partire dal 1909. L’anno successivo si istituisce ufficialmente la Giornata internazionale dedicata alla rivendicazione dei diritti delle donne, che si lega poi alla data dell’8 marzo con una risoluzione dell’Onu datata 1977. Anche se oggi per molti si tratta di una “festa” da celebrare nel senso più commerciale del termine, il giorno dell’8 marzo ha quindi un forte significato politico-sociale e dovrebbe aiutare a sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema delle differenze di genere, cosa che accade soprattutto negli Stati Uniti, mentre in Russia, ad esempio, si tratta di una giornata solitamente trascorsa in famiglia.
Il falso storico dell’incendio nella fabbrica
Per molto tempo si è pensato che l’origine della Festa della donna fosse da rinviare alla morte di centinaia di operaie in un rogo verificatosi all’interno dell’industria tessile – pare inesistente – Cotton o Cottons di New York, nel 1908. In realtà, è molto probabile che la vera origine della celebrazione, con la sua connotazione politica legata al socialismo, contribuì ad alimentare questo falso storico. Diversi storici sostengono che l’episodio dell’incendio della fabbrica di camicie non sia altro che una riproposizione fantasiosa di un vero incendio scoppiato nel 1911 all’interno della Triangle Shirtwaist Companysempre, sempre a New York, che provocò la morte di 146 persone, tra cui 123 donne, contribuendo all’introduzione di nuove leggi sulla sicurezza nei luoghi di lavoro.
Perché l’8 marzo si regala la mimosa?
A proporre di adottare come simbolo della Festa della donna la mimosa furono, nel 1946, Teresa Noce, Rita Montagnana, moglie di Palmiro Togliatti, tra i fondatori del Partito Comunista Italiano, e Teresa Mattei, tre donne iscritte all’UDI (Unione Donne Italiane): la decisione fu messa ai voti e raggiunse l’unanimità perché la mimosa fiorisce a marzo (è di stagione) ed è economica, quindi può essere acquistata o trovata facilmente da tutti. Inoltre, a differenza di anemoni e garofani – arrivati rispettivamente al secondo e terzo posto -, nonostante la sua fragilità apparente, è un fiore in grado di crescere anche su terreni difficili e acquisisce quindi un significato fortemente simbolico. Si tratta, tuttavia, di un’usanza tutta italiana.