Mutui tasso fisso variabile 2023: quanto costa al mese un prestito di 150.000 euro? La corsa dei tassi di interesse applicati ai mutui ha divorato il potere d’acquisto di circa un quarto. Risultato che porta a riflettere attentamente su quale sia il tasso di interesse da scegliere, tra il fisso e il variabile. L’aumento dei costi per comprare casa è iniziato a fine luglio del 2022: dalla scorsa estate, infatti, Francoforte ha aumentato il costo del denaro all’ingrosso di trecento punti base. Da marzo prossimo è previsto un ulteriore aumento di 50 punti base e non sarà l’ultimo. L’effetto è quello di abbassare le pretese di chi compra casa: l’abitazione che fino a pochi mesi fa si comprava con un mutuo di 200.000 euro, a parità di rata mensile, quest’anno costerà di più. O meglio, mantenendo la stessa rata mensile, si paga un mutuo di 150.000 euro. E quindi, vedendola da un’altra ottica, con la rata che si pagava l’anno scorso, nel 2023 bisognerà puntare a un mutuo di più basso importo.

Mutui tasso fisso variabile 2023: quanto costa al mese un prestito di 150.000 euro?

Gli aumenti del costo del denaro decisi dalla Banca centrale europea dall’estate scorsa ad oggi stanno causando rate più alte dei mutui e una perdita del potere d’acquisto che si attesterebbe al 25%, secondo i calcoli di MutuiSupermarket. In particolare, l’incremento di 300 punti base avvenuto dalla fine di luglio 2022 – al quale ne seguirà uno di 50 nel mese prossimo e altri nel corso del 2023 – stanno erodendo anche il potere d’acquisto rispetto alla scelta di un mutuo. Dalle simulazioni emerge che, a fronte di un reddito medio di 1.750 euro al mese, e una rata mensile tra i 500 e i 550 euro, nello scorso anno si pagava un mutuo di meno di 200.000 euro a 30 anni (esattamente 148.000 euro) per acquistare una casa finanziandola con il prestito per l’80%; quest’anno, alle stesse condizioni, si ottiene un mutuo di 150.000 euro.

Quanto mutuo con 1750 euro di reddito e rata mensile di 500-550 euro?

Un calo del 25% nel giro di pochi mesi, determinato dall’evoluzione dei mutui a tasso fisso che sono lievitati in questo periodo dall’1,17% medio fino al 3,5%. Questo trend – a fronte del quale non è in previsione un aumento degli stipendi – è destinato a permanere almeno fino alla fine del 2023. L’andamento si rifletterebbe anche sulla domanda delle abitazioni: l’effettuo caro mutui, infatti, potrebbe determinare cambiamenti su cosa si possa comprare considerando che, alla stessa rata di 500 o 550 euro, si ottiene un importo del mutuo più basso, virando verso l’acquisto di case situate in zone più periferiche o più piccole. O, anche, i consumatori potrebbero rinviare la scelta, fare analisi più accurate sui tassi di interesse per verificare quale sia più conveniente – il fisso o il variabile – aspettare condizioni più vantaggiose dei mutui oppure stimare le reazioni su un arco di tempo più lungo del mercato sugli aumenti del costo del denaro della Bce.

Come saranno i mutui tasso fisso variabile 2023?

Quanto costa al mese un mutuo è anche questione di tassi, fissi e variabili. Perciò la scelta del mutuo migliore non può prescindere dalla situazione attuale sulle condizioni applicate dalle banche nell’ottica di fare qualche previsione futura per risparmiare. Lo scenario attuale, con gli aumenti, a più riprese, della Banca centrale europea del costo del denaro, porta a una domanda ben precisa: è più conveniente un mutuo a tasso fisso molto più costoso rispetto a meno di un anno fa che, oggi, è al 3,5% per prestiti di 30 anni e al 4% per durate più brevi o valutare il tasso variabile che probabilmente costerà ancora di più ma che dal prossimo anno potrebbe iniziare a stabilizzarsi se non addirittura scendere? Le previsioni parlano di un Euribor intorno al 3% alla fine del 2024 e di una discesa al 2,6% entro la chiusura del 2025. Domande che portano anche a un’altra considerazione nello scenario incerto di oggi: un tasso fisso metterebbe al riparo il proprio mutuo da un’altra ondata di rialzo dei tassi.