RdC e corsi di formazioni quando partono e cosa bisogna fare? Quale domanda bisogna presentare per la partecipazione ai corsi di formazione RdC? Chi riceve la chiamata diretta per la partecipazione alla formazione del RdC? I fruitori del sussidio di Stato sono obbligati a partecipare ai corsi di formazione professionale? Tante le domande sui corsi di formazione RdC, ma che forse, non tutte troveranno una risposta.
Iniziamo nel chiarire due punti essenziali: l’abolizione del Reddito di cittadinanza per il 2024 e l’arrivo di nuovi ammortizzatori sociali per contrastare la povertà assoluta.
Osserviamo ora, nel dettaglio, le principali modifiche apportate al sussidio di Stato approvate nella legge di Bilancio 2023.
RdC e corsi di formazione
I corsi di formazione rappresentano l’unico strumento per assicurare il reinserimento dei percettori RdC nel mondo lavorativo, solo definendo il percorso personalizzato idoneo alle attitudini del candidato, sarà possibile valutare le prospettive lavorative.
Per questo, l’avvio del Programma GOL diventa uno dei punti di partenza essenziali tanto per i fruitori del sussidio, quanto per le prospettive future legate alle nuove misure. In altre parole, i percettori dell’ammortizzatore dovranno testare un programma che sarà centrale anche per le nuove misure che dovrebbero sostituire il sussidio di Stato.
Il legislatore ha previsto anche la scelta del richiedente di partecipare a un corso di formazione inerente alla prospettiva lavorativa. Tuttavia, secondo le attuali disposizioni normative la gestione dei corsi formativi fa capo ai Centri per l’Impiego, che avrà il compito di gestire la comunicazione e coordinare le risorse.
Reddito di cittadinanza formazione obbligatoria: si può rifiutare?
I percettori del sussidio di Stato sono vincolati alla frequenza del corso formativo, pena la decadenza dal beneficio.
Il legislatore ha previsto la partecipazione forzata al percorso formativo e di riqualificazione professionale. Per questo, i percettori da 18 a 65 anni, sono vincolati alla frequenza dei corsi per sei mesi.
Non tutti, ovviamente, sono chiamati a rispettare la formazione obbligatoria, sono esonerate le famiglie con minori, disabili e over 60.
Per evitare il rischio di vedersi revocato l’accredito RdC per il venir meno dell’obbligo formativo, occorre la frequenza regolare ai corsi.
Cosa succede dopo luglio 2023 al sussidio di Stato?
Il percorso formativo ha una durata semestrale, mentre il sussidio viene erogato per 7 mensilità. Ma, in ogni caso, la frequenza al corso non può risultare più lunga del beneficio economico.
Ad oggi, non tutti sono stati chiamati per frequentare un corso, per cui potrebbero tranquillamente arrivare a fine periodo di fruizione, senza aver avuto la possibilità di frequentare un corso di riqualificazione professionale per il reinserimento nel mondo del lavoro.
In sostanza, i percettori del RdC devono solo attendere la chiamata dal Centro per l’Impiego. Se non si viene contattati dal Centro non si dovrà rispettare l’obbligo previsto dalla legge.
Nello stesso modo, sfuma lo strumento che dovrebbe trasformare il sussidio in un incentivo o aiuto al reinserimento nel mondo del lavoro.
Chi continua a prendere il reddito di cittadinanza può impegnarsi in un lavoro stagionale?
Il 2023 è ricco di novità per i percettori del Reddito di cittadinanza, dalla riduzione da 18 a 7 mensilità alla frequenza forzata ai corsi formativi e, ancora, sono state introdotte nuove regole agevolative che prevedono l’occupazione tramite il lavoro stagionale o intermittente.
Infatti, è prevista la cumulabilità con il sussidio, se il reddito da lavoro non supera l’importo di 3.000 euro.
In questo modo, si favorisce la crescita lavorativa nei periodi estivi, permettendo un reinserimento lavorativo ed evitando le carenze del settore che puntualmente si presentano creando disagi a quelle attività svolte solo per alcuni mesi dell’anno.
Infine, le Amministrazioni comunali dovrebbero impiegare i percettori del Reddito di cittadinanza nello svolgimento dei lavori socialmente utili.
.
