Empoli-Napoli, le parole di Luciano Spalletti nel post gara. Gli azzurri si impongono al “Castellani” per 2-0 e continuano l’allungo solitario in vetta alla classifica, toccando quota 65 punti. Una compagine sempre più da record, quella progettata dal presidente De Laurentiis: solo la Juventus, nella stagione 2018/19 con 66 punti, ha fatto meglio dei partenopei. Osimhen e compagni ottengono l’ottava vittoria consecutiva e tornano a più dall’Inter, impegnata domani al “Dall’Ara” con il Bologna. Intervenuto ai microfoni di Dazn, l’allenatore del Napoli Luciano Spalletti ha così commentato i novanta minuti di Empoli “Far succedere quell’episodio (l’espulsione di Mario Rui), è sintomo di poca maturità, cozza con quanto fatto dalla squadra. Ma sono cose che a volte nel calcio ci stanno. L’essenziale è che gli altri si compattino e vadano avanti. C’è stata una reazione importantissima, nel secondo tempo soprattutto i centrocampisti hanno fatto una partita tosta, da facce di ca**o di quelle vere che vogliono portare a casa ad ogni costo il risultato”. La vittoria di questo pomeriggio è la seconda che i partenopei hanno conquistato al “Castellani” dal 1948. Una sorta di tabù sfatato, contro una squadra che nulla ha potuto questa sera contro la capolista della Serie A: “Tutti si giocano la vita contro di noi – ha spiegato Spalletti –, il fatto di mantenere la differenza con gli altri è segno che la squadra ha capito quale deve essere lo spirito. Tutti sono lì a domandarsi verso il futuro, ma io dico che è meglio un uovo oggi, la gallina può aspettare”.
Empoli-Napoli, le parole di Spalletti
Empoli-Napoli, il focus dell’intervista di Luciano Spalletti si sposta, in seguito, sui singoli. Tra tutti, Stanislav Lobotka merita una menzione d’obbligo: “Viene esaltata la qualità quando la palla è in possesso, ma quando i centrocampisti vanno a sforare oltre la linea lui non riesci mai a saltarlo. Va addosso a tutti, a quelli più grossi, a quelli più altri. Ha questo fisico cubico che riesce a tener botta anche contro avversari di stazza superiore. È un gran calciatore. Noi all’Inter provammo a prenderlo, ma in quel momento l’Inter aveva il Fair Play Finanziario e non poteva fare acquisti. Il fatto che l’abbia visto poi uno sveglio come Giuntoli vuol dire che il ragazzo era sulla bocca di tutti i migliori direttori e non nell’intuizione di una sola persona”. Da Lobotka a Osimhen, a segno da nove partite consecutive e capocannoniere indiscusso della Serie A: “A fine primo tempo era arrabbiato anche con me, l’ho richiamato 2-3 volte, lui è venuto negli spogliatoi e ha detto ‘Ricordiamoci la partita dell’anno scorso, eravamo 2-0′. Ha comportamenti da leader, da calciatore con la mentalità corretta. Gli sono capitati poi un paio di palloni per fare un altro gol e ci è arrivato un po’ stanco proprio per la sua enorme disponibilità al sacrificio”.