Migranti, il fermo della Geo Barents continua a far discutere. Dopo l’approvazione del “decreto Piantedosi” è arrivato il primo fermo amministrativo per una nave di una organizzazione non governativa. L’imbarcazione di Medici Senza Frontiere è stata trattenuta nel porto d’Ancona con l’escamotage di un cavillo burocratico e dovrà rimanere ferma per venti giorni. Oltre al fermo ci sarà anche una multa che va da duemila a diecimila euro, l’importo esatto sarà stabilito dal prefetto.
Migranti Geo Barents. La posizione di Medici Senza Frontiere
L’organizzazione ha prima twittato sulla vicenda: “Le autorità italiane sono salite a bordo della Geo Barents e hanno comunicato al nostro team che la nave è stata fermata e che sarebbe stata applicata una sanzione. Al momento stiamo valutando quali azioni legali possiamo intraprendere per contestare. Questo non è accettabile!”.
Sul sito è quindi stato pubblicato un comunicato: “La Capitaneria di Porto di Ancona ci contesta, alla luce del nuovo decreto, di non aver fornito tutte le informazioni richieste durante l’ultima rotazione che si è conclusa ad Ancona con lo sbarco di 48 naufraghi. In particolare, viene contestato di non aver condiviso i dati del VDR (Voyage Data Recorder), richiesti a Geo Barents subito dopo l’assegnazione del porto di Ancona. Mai prima di questa occasione era stato richiesto a Geo Barents la condivisione dei dati VDR ed il Comando nave ha sempre fornito tutte le altre informazioni relative alla missione, come il diario di bordo”.
La nota prosegue: “I dati VDR hanno lo scopo di fornire, in una forma sicura e sempre disponibile, informazioni riguardanti la posizione, il movimento, lo stato fisico, il comando e il controllo di una nave nel periodo che precede un incidente marittimo. Le informazioni memorizzate nel VDR devono essere utilizzate, secondo le normative vigenti, in un’investigazione successiva ad un incidente marittimo. Il soccorso dei 48 naufraghi non rientra in questa casistica ed è per questo che il comandante non ha attivato questa procedura, ma ha condiviso come sempre, tutte le altre informazioni relative alla missione. È chiara la volontà del Governo di colpire il soccorso civile in mare”.
La difesa di Mediterranea Saving Humans
“Il fermo della Geo Barents è un atto di rappresaglia da parte di un governo che ha scelto di punire chi salva vite umane. Le vite salvate sono preziose e, invece, questi atti vigliacchi di ritorsione rappresentano una forma tumorale che affligge lo stato di salute delle Istituzioni” sono le parole di Luca Casarini, capomissione di Mediterranea Saving Humans, ad Adnkronos.
“Siamo di fronte a un uso distorto e autoritario del potere, scagliato contro i principi e i valori sui quali si è costruita l’idea di una Repubblica democratica e antifascista. Succede non solo per il soccorso civile in mare, ma ormai su molti aspetti. Medici senza frontiere opera in mezzo a guerre e terremoti in tutto il mondo soccorre e salva migliaia e migliaia di persone e una sorta di ‘bulletto’ da spiaggia che fa il ministro pro tempore si permette di insultare e minacciare medici e soccorritori che rispetto a lui sono dei giganti. Farei passare a questo ministro una mezz’ora dentro un lager libico. Sono convinto che gli farebbe molto bene” conclude Casarini.
Cosa è Mediterranea Saving Humans?
Mediterranea Saving Humans APS è una piattaforma di “realtà della società civile e azione non governativa”. È stata fondata per monitorare la situazione nel Mediterraneo e per salvare le persone che vi si trovassero in difficoltà dopo che la maggior parte delle altre ONG non erano più in condizione di agire a causa degli ostacoli legali posti dalle autorità italiane nel 2018. A tal fine, il gruppo gestisce le navi Mare Jonio e Alex sotto bandiera italiana. Il progetto si avvale anche della collaborazione dell’associazione tedesca Sea-Watch e di quella spagnola Proactiva Open Arms.