Perché c’è lo stop della pensione di invalidità per gli over 65? Cosa c’è di vero sul blocco della pensione di invalidità? Cosa dice la Cassazione per la pensione di invalidità over 65? Quando viene rilasciato l’assegno sostitutivo di trasformazione della pensione? Prima di rispondere a queste domande, iniziamo nel chiarire che esiste un’ordinanza emessa dalla Cassazione che blocca la pensione di invalidità di una cittadina over 65.
Al riguardo, si ricorda che la pensione di inabilità o invalidità civile viene erogata entro un limite anagrafico disposto dalla normativa. Il requisito anagrafico, ha subito un picco in rialzo a causa della Legge Fornero che ha inasprito le condizioni legate all’età pensionabile.
Per questo, a far data dal 2012 si è avuto un crescendo a 66 anni, a seguire dal 2013 a 66 anni e 3 mesi. L’adeguamento dell’età anagrafica nel 2016 è arrivato 66 anni e 7 mesi, fino a 2019 con il raggiungimento a 67 anni.
La Corte di Cassazione ha emesso un verdetto su fatti rapportati in un determinato periodo di tempo, quando vigevano regole diverse sull’età prevista per la prestazione economica assistenziale.
Questo, però, non vuol dire che la norma oggi non è valida, anzi, l’opposto. A cambiare sono i termini dell’applicazione del principio giuridico.
Stop pensione d’invalidità over 65 anni
La Cassazione nella recentissima ordinanza n. 3011/2023 ha confermato lo stop della pensione d’invalidità sulla base del ricorso promosso dall’INPS nei confronti di una signora.
In breve i fatti trascritti agli atti riportano che la signora aveva proposto ricorso presso il Tribunale richiedendo la conferma dell’accertamento dell’invalidità civile secondo le vigenti disposizioni normative. Il giudice ha respinto il ricorso. Impugnato in sede di appello ha avuto un buon esito.
La sentenza favorevole ha permesso di ricevere la pensione con decorrenza dal periodo di gennaio 2015. Questo requisito, però, non è durato molto, per raggiungimento dell’età anagrafica di 65 anni nel medesimo periodo di erogazione del trattamento assistenziale.
L’Ente nazionale della previdenza sociale ha impugnato la sentenza. Nel merito, la Corte di Cassazione si è espressa sulla base delle disposizioni normative contenute nell’articolo 8 del decreto legislativo n. 509/1988.
Quando può essere tolta la pensione di invalidità?
Più precisamente, si riferisce alle precedenti regole, che portano la pensione di invalidità a essere riconosciuta tra 18 e 65 anni di età. Il venir meno del requisito sanitario, porta alla perdita della prestazione, per cui viene revocato l’assegno di invalidità.
Ragion per cui, da questo punto di vista, non è emersa una nuova interpretazione giuridica, ma l’applicazione di un principio giuridico operativo a tutti gli effetti di legge.
Ciò significa che, l’INPS ha esercitato un’azione legittima, applicando una disposizione normativa che porta alla perdita della pensione di invalidità per gli over 65, secondo le disposizioni normative riportate all’epoca dei fatti.
Si è affermato, sopra, che il raggiungimento di un limite anagrafico porta a perdere il diritto a un trattamento economico assistenziale. In questo contesto, va precisato, che il cittadino che sfora il limite anagrafico previsto dal trattamento perde il diritto alla misura di riferimento, ma acquisisce l’accesso automatico ad altre prestazioni.
In soccorso a tale disposizione arriva il decreto legislativo n. 509/1988, che permette il trasferimento dalla pensione di invalidità verso un altro trattamento economico previdenziale.
In sostanza, per il superamento dell’età anagrafica scatta lo stop della pensione di invalidità che viene trasformata d’ufficio in pensione sociale o pensione di vecchiaia.
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Trasformazione pensione di invalidità in pensione sociale o pensione di vecchiaia
L’attuale normativa vigente prevede la sospensione della pensione di invalidità o inabilità al raggiungimento dei limiti anagrafici previsti dalla misura assistenziale.
Le soglie anagrafiche aggiornate al 2023 prevedono l’erogazione del trattamento da 18 a 67 anni di età.
Alla luce di questa considerazione, emerge chiaramente che gli over 67, si vedono revocare la pensione di invalidità per il venir meno del requisito sanitario. Nello stesso modo, continuano a beneficiare di un altro trattamento economico.
L’Ente di previdenza provvede alla trasformazione del trattamento in pensione sociale o pensione di vecchiaia, nei limiti dei requisiti disposti dalla normativa. Ciò significa che, avviene il passaggio alla pensione di vecchiaia se risultano maturati almeno 20 anni di contribuzione. Viceversa, viene applicato il trasferimento alla pensione sociale nel rispetto dei termini e condizioni normative.
La trasformazione viene applicata d’ufficio senza, pertanto, che il beneficiario debba presentare alcuna domanda.