Trema la terra al largo del Giappone a causa di un terremoto di magnitudo 6,1 della scala Richter registrato sulle coste dell’isola settentrionale di Hokkaido. Lo ha reso noto l’agenzia meteorologica giapponese, secondo cui l’epicentro del sisma, avvenuto alle 22.27 ora locale, è stato localizzato ad una profondità di 60 chilometri. Fortunatamente la scossa non ho provato danni ad edifici e abitanti ne allertato le coste limitrofe per un possibile tsunami. I sismologi nipponici stanno continuando a monitorare la situazione che al momento non lascia presagire nuove scosse.
Terremoto giappone costa hokkaido. E’ zona sismica
I terremoti e l’attività sismica in Giappone hanno una lunga storia, essendo un’area ad alto rischio sismico a causa della sua posizione geografica situata in prossimità dei confini delle maggiori placche tettoniche. Le isole del Giappone si trovano in una zona vulcanica all’interno della cintura di fuoco del Pacifico. Questa catena lunga 40.000 km è composta da almeno 450
vulcani. Nel solo arcipelago giapponese ci sono circa 265 vulcani classificati come potenzialmente attivi. Le isole sono principalmente il risultato di grandi movimenti oceanici verificati nel corso di centinaia di milioni di anni a partire dalla metà del Siluriano al Pleistocene a causa della subduzione della placca delle Filippine sotto la placca dell’Amur e della placca di
Okinawa a sud, e della subduzione della placca pacifica sotto la placca di Ochotsk a nord. Il Giappone era originariamente collegato alla costa orientale del continente eurasiatico. I movimenti oceanici hanno spinto il Giappone verso est, formando il Mar del Giappone circa 15 milioni di anni fa.
Lo stretto dei Tartari e lo stretto di Corea si formarono molto più tardi. Oggi l’arcipelago giapponese è considerato un arco insulare maturo ed è il risultato di diverse generazioni di subduzione delle placche. Approssimativamente, 15.000 km di pavimento oceanico sono passati sotto l’area giapponese negli ultimi 450 milioni di anni, rendendola ormai pienamente
subdotta. Frequenti scosse di terremoto di bassa intensità e occasionali attività vulcaniche si verificano periodicamente in tutte le isole. Terremoti distruttivi, spesso con conseguenti tsunami, si verificano più volte ogni secolo.
Oltre allo scontro delle placche continentali, un altro fattore responsabile dei numerosi terremoti nel paese è la Fossa del Giappone: si tratta di una fossa oceanica lunga 800 metri nella parte nord-occidentale del Pacifico, con una profondità di 8.410 metri. Nel 2006, vulcani sismicamente attivi con un’altezza di 50 metri sono stati scoperti a 5.000 metri all’interno della fossa e si ritiene che siano responsabili del terremoto del Tohoku nel marzo 2011.
In Giappone la maggior parte delle migliaia di terremoti passa inosservata: o perché di bassa magnitudo o perché l’ipocentro (il punto sotto la superficie terrestre dove comincia a propagarsi la frattura che genera il terremoto) è lontano dalla costa giapponese. Ogni anno si verificano circa 3.800 terremoti con una magnitudo di 3,0 – 3,9 e circa 900 con una magnitudo di 4,0 – 4,9.
Il timore di ripetere il dramma del 2011
Alle 14.46 (ora locale) dell’11 marzo 2011 un terremoto di magnitudo 8.9 colpisce il Giappone settentrionale. L’epicentro viene localizzato in mare, vicino alla costa nord-orientale di Honsu, l’isola più grande del Giappone, a circa 130 km dalla città di Sendai e 373 km da Tokio. La scossa innesca uno tsunami con onde di oltre dieci metri che colpisce un tratto della costa del Tohoku lunga 400 chilometri. Le prefetture maggiormente interessate sono Iwate, Miyagi e Fukushima. La potenza dello tsunami è impressionante: l’area sommersa è estesa quasi quanto l’intera città di Tokio.
In alcuni casi l’acqua penetra nell’entroterra fino a oltre 20 chilometri. I danni e gli effetti del maremoto sono impressionanti. Ad un mese dall’evento si contano oltre 13mila morti e 14mila dispersi di cui oltre il 90% sono annegati per la forza dello tsunami. Undici centrali nucleari vengono disattivate automaticamente a causa del sisma. L’impianto di Fukushima Dai-Chi subisce i danni maggiori, con rilascio di radioattività nell’atmosfera. L’incidente raggiunge il massimo livello di gravità previsto.