Vittorio Gassman è stato uno dei più grandi attori italiani del ‘900. Nacque a Genova il 1º settembre 1922 e morì a Roma il 29 giugno 2000. La causa della morte fu un infarto.

Vittorio Gassman causa morte, malattia

A 77 anni, l’attore morì nella sua abitazione nella Capitale, per un improvviso attacco cardiaco nel sonno.

Moglie, figli

Nel 1944 Gassman si sposò per la prima volta con l’attrice Nora Ricci, conosciuta all’Accademia nazionale di arte drammatica. Dalla loro unione nacque la figlia Paola nel 1945 – anche lei divenuta in seguito attrice – ma il matrimonio fra i due venne annullato dalla Sacra Rota nel 1952. Nello stesso anno si unì a nozze con la sua seconda moglie, l’attrice americana Shelley Winters. L’anno successivo la coppia mise al mondo Vittoria (Tori), sempre vissuta negli Stati Uniti e che poi divenne una famosa geriatra. Dopo il divorzio da Winters nel 1954, l’attore ebbe una relazione importante con l’attrice francese Juliette Mayniel. Dal loro rapporto nel 1965 nacque il figlio più noto al pubblico italiano dei giorni nostri, l’affermato attore e regista Alessandro Gassmann, Tra il 1953 e il 1960 Vittorio Gassman fu impegnato in una lunga e tumultuosa relazione con l’attrice italiana Anna Maria Ferrero, con cui nello stesso periodo fece coppia anche sul lavoro. Dal 1961 al 1963, invece, fu legato all’attrice danese Annette Strøyberg. La terza e ultima moglie di Gassman fu l’ex attrice Diletta D’Andrea, che sposò nel 1970 e con cui rimase fino alla fine dei suoi giorni. I due nel 1980 diedero alla luce il figlio Jacopo, anche lui di professione regista.

Biografia

Vittorio Gassman è l’attore di teatro del dopoguerra. Nel biennio 47-48 fonda una propria compagnia e nel 1949 con Paolo Stoppa entra in quella diretta da Luchino Visconti.

ll suo debutto cinematografico avviene nel 1945 nella pellicola di Carlo Alberto Felice, poi andata perduta, Incontro con Laura. Il suo primo film superstite è dell’anno successivo, Preludio d’amore di Giovanni Paolucci. Da questo momento in poi prende parte ad un numero incredibile di film e di opere teatrali, annoverandosi fra gli attori migliori di sempre, italiani ma non solo. 

Monicelli l’aveva testardamente voluto in un ruolo comico nel suo classico “I soliti ignoti”, vincendo le preoccupazioni dei produttori che consideravano il viso di Gassman “antipatico” al pubblico. Nel 1959 affianca Alberto Sordi, già famoso, in “La grande guerra”, ancora di Monicelli.

La sua carriera negli anni ’60 è costellata di successi, diventati classici e amati e conosciuti anche dai più giovani: “Il sorpasso” (1962) di Dino Risi, road movie nel quale Gassman è un arricchito sbruffone e cialtrone, “I mostri” (1963), sempre di Risi, in cui affianca Tognazzi in una serie di esilaranti episodi satirici, e soprattutto “L’armata Brancaleone” (1966) di Monicelli, il cui protagonista, un soldato di ventura vanesio e inconcludente che parla in un assurdo italiano pseudo-medievale, è ancor oggi un beniamino del pubblico, che ispira, qualche tempo dopo, il sequel di successo “Brancaleone alle crociate” (1970).

La sua fama cresce anche a livello internazionale, Altman lo dirige nel satirico “Un matrimonio” (1978) e nel fantascientifico “Quintet” (1979), Paul Mazursky in “La tempesta” (1982) e Alain Resnais in “La vita è un romanzo” (1983).