Carcere Taranto notizie. Un detenuto di 50 anni è stato trovato morto nella sua cella in carcere. A comunicare la notizia è stato il segretario regionale della Uil Pa Polizia  penitenziaria Puglia, Stefano Caporizzi, spiegando che l’uomo “è stato trovato impiccato”. Come spiegato dal segretario regionale, “la situazione delle carceri italiane risulta drammatica, con una mancanza di una dotazione tecnologica o non funzionante, equipaggiamenti inidonei e insufficienti, una carenza di 18mila unità di polizia penitenziaria e che vede Taranto come la cenerentola italiana con una pianta organica errata con una previsione di 277 poliziotti a fronte di più di 800 detenuti presenti”.

Carcere Taranto notizie, detenuto si impicca

Un uomo detenuto di 50 anni è stato trovato impiccato nelle prime ore della notte all’interno del carcere di Taranto. L’uomo, con posizione giuridica definitiva, era ristretto nel padiglione sanitario. La grave carenza di personale che quotidianamente vive la Polizia penitenziaria, porta ad una gestione preoccupante e poco attenta dell’utenza, nonostante i tanti sacrifici messi in atto dal personale durante l’espletamento dei propri compiti istituzionale, nella stragrande maggioranza dei casi rende impossibilitato il personale a sventare tali eventi critici.

Maxi rissa in carcere tra detenuti, feriti

A settembre nel carcere di Taranto era scoppiata una rissa tra detenuti. Come riferito dal segretario generale Gennarino De Fazio, i detenuti si sono affrontati colpendosi  con tutto ciò che capitava a tiro, comprese le gambe dei tavoli che hanno appositamente divelto. Due detenuti e tre appartenenti alla Polizia Penitenziaria sono dovuti ricorrere alle cure del pronto soccorso. Il segretario generale ha dichiarato: “Purtroppo, la politica di governo, al di là dei proclami e delle ipocrite dichiarazioni di facciata, seguita a disinteressarsi delle carceri, che nei fatti continuano a essere abbandonate a se stesse. I disordini sono quotidiani, così come gli aggrediti e i feriti fra la polizia penitenziaria, tanto che il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria ne secreta i dati numerici per ragioni di ordine e sicurezza pubblici. Al carcere di Taranto, circa 750 detenuti presenti su 500 posti disponibili, ieri sera vi erano in servizio meno di 15 poliziotti penitenziari, solo 2 sul piano dove sono scoppiati i disordini, fatto di 3 sezioni e oltre 200 ristretti”.

Emergenza suicidi in carcere

Nell’anno 2022 sono stati 80 i casi accertati di suicidio nelle carceri italiane ed è il numero più alto degli ultimi 10 anni. Nel solo distretto della Corte d’Appello di Milano si sono uccisi l’anno scorso 15 detenuti. Proprio nel carcere di San Vittore due giovani detenuti si erano tolti la vita pochi mesi fa. Si trattava di un giovane di 24 anni, cittadino italiano di famiglia egiziana che si uccise nella notte del 26 maggio 2022, e di un ragazzo di 21 anni morto il 7 giugno 2022 che sarebbe dovuto essere ospitato in una Rems, cioè le strutture che hanno sostituito gli ospedali psichiatrici giudiziari: dopo una serie di piccoli reati e atti di autolesionismo, era stato arrestato per il furto di un cellulare. Un altro detenuto è stato trovato morto nel carcere di Gimignano lo scorso 31 gennaio. A nulla erano valsi i tentativi dei sanitari di rianimarlo. Per lui non c’era stato nulla da fare. Il detenuto si trovava in isolamento per scontare una sanzione disciplinare Un episodio drammatico si era verificato ancora a gennaio nel carcere di Terni. Un uomo di origini siciliane aveva deciso di porre fine alla propria vita impiccandosi. Il comitato Nazionale di Bioetica aveva sottolineato come “proprio il suicidio è spesso la causa più comune di morte nelle carceri. Gli istituti penitenziari hanno l’obbligo di preservare la salute e la sicurezza dei detenuti, e l’Italia è certamente all’avanguardia per quanto concerne la normativa finalizzata a prevenire questi gravi eventi critici. Ma il suicidio di un detenuto rappresenta un forte agente stressogeno per il personale di polizia e per gli altri detenuti e sconforta che le autorità politiche, penitenziarie ministeriali e regionali, pur in presenza di inquietanti eventi critici, non assumano adeguati ed urgenti provvedimenti”.