A quasi tre settimane dal terremoto, la Turchia ha iniziato i lavori di ricostruzione delle case andate distrutte: lo ha dichiarato nelle ultime ore un funzionario del governo di Erdogan, mentre il bilancio complessivo delle vittime compresa la Siria ha superato le 50.000 unità.
Secondo le ultime stime pubblicate e diffuse a mezzo stampa, più di 160.000 edifici e 520.000 appartamenti sono crollati o sono stati gravemente danneggiati dalle continue scosse che si sono abbattute sui territori di confine dallo scorso 6 febbraio, con le ricerche dei dispersi ufficialmente sospese.
Terremoto in Turchia, circa un milione e mezzo di sfollati
L’ultimo bollettino aggiornato a venerdì sera dall’Autorità per la gestione dei disastri e delle emergenze (AFAD parla di 44.218 vittime sul suolo turco, a cui si aggiungono le 5.914 tra la Siria governativa e l’area settentrionale controllata dai ribelli.
Oltre alla tragedia umana incommensurabile, il processo di ricostruzione costituisce anche un banco di prova per l’autorità e la credibilità del presidente Recep Tayyip Erdogan, con le elezioni politiche in programma la prossima estate. La decisione di iniziare sin da subito a riedificare è stata aspramente criticata dalla comunità scientifica, secondo cui prima di posare i nuovi mattoni andrebbe rimessa in sicurezza la vasta area distrutta dal sisma.
C’è poi anche la questione delle responsabilità, su cui si apre una lunga battaglia giudiziaria: pare infatti che numerosi edifici qualificati come antisismici siano crollati con eccessiva facilità.
Difficoltosa anche la macchina organizzativa degli alloggi temporanei, con una quantità di sfollati talmente grande da richiedere uno sforzo enorme ai soccorritori: in poche parole, l’offerta non può soddisfare la domanda.
Anche dal punto di vista economico la Turchia si prepara a mettere in conto una somma considerevole nel bilancio: si stimano tra i 15 e i 25 miliardi di dollari per ricostruire 200.000 appartamenti e 70.000 case che, come detto in apertura, costituiscono una parte (circa un terzo) del censimento edilizio.
Il Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo (UNDP) ha dichiarato di aver stimato che la distruzione ha lasciato 1,5 milioni di persone senza. Per completare le operazioni di sicurezza saranno inviati circa 113 milioni di dollari per sgomberare i 200 milioni di tonnellate di macerie e calcinacci.