Una condanna a 24 anni e due mesi: è questa la sentenza pronunciata nella giornata di ieri, 24 febbraio, dal giudice della Corte d’Assise presso il tribunale di Reggio Emilia nei confronti di Marco Eletti, il 33enne, ex concorrente de “L’Eredità”, accusato di aver ucciso il padre e tentato di uccidere la madre, nell’aprile 2021. Si è detta sollevata la donna, che a margine dell’udienza ha dichiarato di voler ricostruire un rapporto con il figlio e di non provare rancore nei suoi confronti.
Marco Eletti condanna a 24 anni e due mesi per omicidio premeditato
I fatti risalgono all’aprile del 2021. È il 24 quando Paolo Eletti, 58 anni, viene trovato morto nella sua villetta di San Martino in Rio, una zona industriale poco distante da Reggio Emilia, con il cranio fracassato a martellate. Poco lontano, su un divano, c’è la moglie, Sabrina, di qualche anno più giovane, con i polsi tagliati, incosciente, ma ancora viva. A trovarli e a dare l’allarme è il figlio, Marco, impiegato tecnico con la passione per la scrittura, noto al grande pubblico per aver preso parte ad alcune puntate del programma “L’Eredità”. È lui a fare la tragica scoperta ed è su di lui che, fin da subito, ricadono i primi sospetti degli inquirenti.
Le sue dichiarazioni appaiono infatti contraddittorie. Pur in assenza di una confessione, scatta quindi il fermo: anche perché si sospetta che l’uomo abbia cercato di depistare le indagini, allertando i soccorsi, poco prima del ritrovamento dei genitori, per un principio d’incendio scoppiato nel garage dell’abitazione. Stando a ricostruzioni successive, i moventi potrebbero essere diversi: le discussioni sulla questione casa, visto che il padre lo pressava affinché andasse a vivere con la compagna (con cui abitava a Reggio Emilia) accanto a loro; oppure la volontà di ereditare l’abitazione di famiglia; oppure, ancora, l’aver scoperto che, nonostante la convivenza, i due genitori conducessero entrambi un’esistenza parallela sin dall’inizio del matrimonio, matrimonio voluto dalle rispettive famiglie dei due. Eletti, comunque, si dichiara innocente; poi, solo nel corso del processo a suo carico, in un giorno di dicembre del 2022, ammette di essere il responsabile dell’omicidio del padre e di aver tentato di uccidere la madre.
“Devo ammettere sia a voi che a me stesso, le responsabilità che ho sull’accaduto – aveva dichiarato davanti al giudice -. È passato molto tempo da quando tutto questo è successo. In questo periodo mi sono state vicine molte persone, avvocati e famigliari in primis. Mi hanno aiutato a riflettere sul fatto. Un peso con il quale non è facile confrontarsi, un peso che ti opprime e che ti spinge in un baratro”. La Procura ne aveva chiesto l’ergastolo con isolamento diurno per 18 mesi: la condanna, alla fine, è arrivata per omicidio premeditato, a 24 anni e 2 mesi. Sono cadute, invece, le accuse di falsificazione delle ricette mediche per ottenere i farmaci (benzodiazepine) iniettati nei bignè portati alla famiglia e mangiati solo dalla madre per drogarla, e quella dei rapporti parentali con la vittima, contestata dalla pm Piera Cristina Giannusa e venuta meno in udienza preleminare dopo che il Dna aveva dimostrato che Paolo Eletti non era il padre biologico di Marco. Anche questo elemento, forse, potrebbe spiegare il suo gesto.
Le dichiarazioni della madre dopo la sentenza di condanna
“È andata bene, dopo si vedranno i passi successivi – sono state le parole della madre di Marco, Sabrina Guidetti, a margine dell’ultima udienza del processo che vedeva imputato il figlio per omicidio -. Sono sollevata. Non gli porto rancore, un po’ alla volta cercheremo di recuperare un rapporto tra noi”.