La First Lady Jill Biden ha affermato in un’intervista all’Afp che il marito e presidente Usa Joe Biden si candiderà per un secondo mandato alle Presidenziali 2024, dichiarando all’che il Presidente “non ha finito ciò che ha iniziato”, anche se la mancanza di una campagna formale per il 2024 ha lasciato alcuni membri del Partito Democratico in ansia.
Sicuramente un fatto abbastanza inusuale che sia la first lady, impegnata in Africa nelle sue campagne umanitarie, a dichiararlo per filo e per segno, sebbene la dichiarazione ufficiale sarà fatta a breve: si attendono dunque data e luogo dell’annuncio.
Scorrendo lo storico, l’attuale leader della Casa Bianca e i funzionari dell’amministrazione hanno ripetutamente affermato che si sarebbe ricandidato fin dalla prima conferenza stampa ufficiale nel marzo 2021.
Presidenziali 2024, cosa attendersi dopo la candidatura di Joe Biden
La candidatura di Joe Biden alle Presidenziali Usa 2024 non è più dunque una sorpresa. Pronunciata in sordina e come una dichiarazione quasi scontata, arriva in un momento nel quale l’attuale presidente ha portato a termine una serie di tasselli cruciali sia sul fronte della politica interna che soprattutto su quella estera.
Ma evidentemente non basta e, in caso di rielezione, ritoccherebbe verso l’alto la soglia di “leader più anziano in carica” (lo è già a 80 anni compiuti). I sondaggi però dividono sia la leadership democratica interna, sia l’opinione pubblica: il suo consenso è sceso gradualmente, anche alla luce di evidenti segni di incertezza dati dalla vecchiaia, ed è dunque ampia la fetta di chi vorrebbe voltare pagina con qualcosa di diverso.
Tra i principali successi del suo mandato presidenziale in corso troviamo: la firma di una legge sulle infrastrutture da 1.200 miliardi di dollari, il contenimento della pandemia di Covid-19 e la promulgazione delle prime nuove leggi federali sul controllo delle armi da fuoco.
I risultati delle elezioni di metà mandato gettano però ombre sulla sua efficacia nella seconda parte del suo “regno”: senza dimenticare l’indagine tutt’ora in stand-by sulla discussa gestione di documenti governativi riservati ritrovati in un ufficio a lui intestato e quella dell’Fbi su possibili reati finanziari che coinvolgono il figlio Hunter, anche se non c’è un legame evidente padre e figlio.